Trapelano in queste ore i dettagli della confessione fatta ai carabinieri da parte di Marta Patti, la 23enne accusata del delitto della figlia Elena (di cinque anni): la donna per ore aveva sostenuto la versione del sequestro della figlia da parte di tre fantomatici uomini incappucciati.

Fermata per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di corpo, non ha saputo dire perché l'ha fatto. Secondo alcune ipotesi una gelosia verso l'attuale compagna dell'ex convivente padre della bimba, potrebbe essere alla base dell'infanticidio.

Catania, punti oscuri ancora da chiarire

Il 16 giugno, sarà un giorno rilevante ai fini investigativi: ci sarà l'autopsia sul corpo della bimba all'ospedale di Catania e il nuovo interrogatorio in carcere, quello di garanzia, della mamma. A breve Elena avrebbe compiuto 5 anni. Oggi a Mascalucia, in via Turati dove mamma e figlia abitavano da sole, c'è stato un viavai di residenti anche con bambini che hanno portano bigliettini e cuori.

La dinamica del figlicidio è stata ricostruita dagli inquirenti ma restano dei dubbi. La 23enne non è stata chiara nel suo racconto, alternando momenti di lucidità a frasi oscure. Un dubbio riguarda il luogo dove sia avvenuto l'omicidio. Per i carabinieri che indagano per conto della Procura di Catania, lunedì, dopo aver ripreso la bambina all'asilo, madre e figlia sarebbero andate a casa.

Dopo aver ucciso la bimba, la 23enne sarebbe andata in un campo vicino dove avrebbe già preparato una buca per seppellire il corpo di Elena nascosto in cinque sacchi neri: Nella confessione, la 23enne ha detto che l'avrebbe uccisa sul luogo del ritrovamento del corpo e di aver usato un coltello da cucina, ancora non ritrovato.

Le avrebbe dato sette coltellate. I Ris fra poche ore torneranno a ispezionare l'abitazione. Dopo il delitto, alle ore 15 di lunedì ha contattato Alessandro Del Pozzo, il papà di Elena, raccontando che la bambina sarebbe stata sequestrata: avrebbe tentato di addossare la colpa all'ex, in passato colpito da un'accusa di rapina da cui è stato prosciolto.

Le parole della madre

"L'ho portata a casa dall'asilo, Elena ha voluto mangiare un budino, poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo", ha raccontato agli inquirenti la madre assassina. Ha riferito che Elena era felice e che quella sera sarebbero dovute andare a un compleanno di un amico. Poi sarebbero uscite per andare a casa della madre della 23enne, "ma ho rimosso tutto". Non ricorda di aver fatto del male alla figlia, ma solo di aver pianto molto. "Forse ho capito che la bambina era morta e non sapevo cosa fare". Durante la confessione, però, non ha versato una lacrima.

"Quando ho colpito Elena avevo una forza che non ho mai percepito prima. Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ho un ricordo annebbiato", ha anche detto precisando di non ricordare dove avrebbe messo il coltello.

Ricorda invece di essersi cambiata a casa i vestiti indossati quando era con la figlia: non sarebbero stati sporchi di sangue, solo le braccia sarebbero state macchiate.

"Ho agito come se qualcuno si fosse impadronito di me", ha detto. Poi sarebbe andata a casa dei genitori ma in uno stato confusionale, e tutto le sarebbe sembrava irreale. "Non ricordo cosa ho fatto, ma sicuramente sono stata io".

Gabriele Celesti, l'avvocato che la difende ed è stato minacciato sui social, ha detto che farà incontrare l'assistita con uno psichiatra e poi deciderà su un'eventuale perizia.

La maestra: 'Mai sospetti sulla mamma'

A molti dei piccoli compagni di asilo di Elena, è stato detto che la bimba non c'era perché sarebbe andata al mare.

La maestra Veronica Piazza sotto choc, non se l'è sentita di raccontare la verità a bambini così piccoli: secondo lei quello che è accaduto è impensabile.

Come dimostra l'abbraccio immortalato dalle telecamere di sorveglianza dell'asilo, Elena aveva una fiducia totale nella mamma. La maestra ha ricordato che era una bambina sempre felice di vedere anche i nonni e il padre. Martina Patti le era parsa una madre attentissima, tranquilla, sempre presente. Nessuno nella ludoteca aveva colto segni di turbamento. "Ce ne saremmo accorte, l'avremmo intuito, capito, le mamme sono afflitte tanto quanto noi", ha sottolineato Piazza.

Secondo quanto emerge dalla famiglia, un anno fa, la mamma avrebbe avuto una reazione molto violenta verso la figlia, picchiandola perché voleva rimanere a dormire dai nonni paterni. Da loro, Elena ha passato l'ultima sera della sua vita. C'erano anche con il papà e la nuova compagna.