Potrebbero essere a una svolta le indagini sulla morte di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne ritrovato senza vita mercoledì 11 maggio in un pozzo adiacente la sua abitazione di Cerrè Marabino, frazione campestre di Toano, Reggio Emilia. La vedova dell'uomo Marta Ghilardini, avrebbe rilasciato spontaneamente delle dichiarazioni ai carabinieri di Castelnovo Monti, sempre nel Reggiano, per poi confermarle in procura. La donna avrebbe accusato la figlia 37enne Silvia e il genero Riccardo Guida, 42 anni, confermando di avere anche lei delle responsabilità per l'occultamento del corpo.

A rivelarlo è stata anche la redazione di "La vita in diretta", programma di Rai 1 dedicato all'approfondimento dei casi di Cronaca Nera condotto da Alberto Matano.

La moglie di Pedrazzini in procura

Nella giornata di sabato 28 maggio la moglie di Beppe Pedrazzini ha voluto parlare, senza il suo avvocato, con i carabinieri della stazione di Castelnovo Monti. Secondo quanto riferito nel corso del programma di Rai 1, sarebbe stata ascoltata anche in procura, dalla pm Piera Cristina Giannusa. La 63enne, accompagnata stavolta dal suo legale e scortata da due carabinieri, sarebbe arrivata in tribunale intorno alle 10:30, l'interrogatorio sarebbe durato circa tre ore.

La donna avrebbe ammesso di aver partecipato, con il genero e la figlia, all'occultamento del corpo del marito nel pozzo profondo otto metri.

Secondo le indiscrezioni trapelate, davanti al pubblico ministero avrebbe confermato quanto detto ai militari nei giorni scorsi e, fornendo informazioni utili alla ricostruzione dell'accaduto, avrebbe dato la colpa di tutto alla figlia e il genero.

Il legale difensore della vedova non ha confermato - ma neppure smentito - la possibilità che la donna possa aver formulato accuse precise nei confronti dei suoi cari.

Comunque toccherà agli inquirenti valutare l'importanza delle parole della donna e modificare, anche alla luce dei risultati dell'autopsia, eventuali modifiche alle misure cautelari già imposte.

Per la morte di Pedrazzini risulta indagata l'intera famiglia

Già nei giorni immediatamente successivi alla scoperta del corpo del 77enne si era notato una sorta di spaccatura all'interno del nucleo familiare.

A conferma di ciò giovedì 26 maggio, in occasione del funerale di Giuseppe Pedrazzini, Marta aveva accompagnato da sola il carro funebre e, sempre in solitudine, aveva assistito alle esequie in chiesa.

Pedrazzini, da quanto emerso, avrebbe fatto perdere le sue tracce qualche mese fa. Moglie, figlia e genero, però, non avrebbero sporto denuncia di scomparsa. A segnalare la sparizione dell'anziano alle autorità competenti, infatti, sarebbero stati un nipote e alcuni amici dell'uomo.

Per la morte dell'anziano, al momento, risultano indagati con l'accusa di concorso di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere la moglie Marta Ghilardini, la figlia Silvia e il marito di quest'ultima, Riccardo.

I tre devono rispondere anche di truffa ai danni dello Stato in quanto secondo la pm avrebbero continuato a percepire la sua pensione nonostante sapessero che fosse deceduto. I tre dopo aver trascorso quattro giorni in carcere sono tornati in libertà per insufficienza di prove, ma sottoposti all'obbligo di dimora.