"Dovevo morire io. Vi chiedo perdono". Andrea Persi, il poliziotto 46enne, sospeso dal servizio, che mercoledì 24 agosto sulla via Prenestina (Roma) ha investito lo scooter di Simone Sperduti, 20 anni da compiere a dicembre, rimarrà in carcere. Durante l'udienza di convalida del fermo, l'ex agente - risultato positivo ai test per alcol e droga - ha letto una lettera indirizzata ai genitori del ragazzo.

Il Gip Anna Maria Gavoni che si sta occupando del caso di Cronaca Nera, ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Rimane in carcere l'investitore di Simone Sperduti

Nella mattinata di oggi, sabato 27 agosto, Andrea Persi, agente Polfer già sospeso dal servizio, si è presentato davanti al Gip, a piazzale Clodio, per l'udienza di convalida del fermo. Durante l'interrogatorio, l'uomo, accusato di omicidio colposo, ha risposto a tutte le domande del Giudice per le indagini preliminari.

Stando a quanto ricostruito, l'auto di Persi, intorno alle ore 4 di mercoledì 24 agosto, ha preso in pieno l’Honda Sh guidato da Simone Sperduti, aspirante vigile del fuoco residente a Centocelle. Lo scontro mortale è avvenuto in via Prenestina, all'altezza dello svincolo per immettersi sul Grande Raccordo Anulare.

Il poliziotto, nella sua ricostruzione, ha dichiarato di non essersi accorto dell'arrivo della moto del ragazzo. Quindi, ha ammesso di aver bevuto e di aver assunto cocaina prima di mettersi alla guida, nonostante la patente sospesa, della sua Opel Meriva. Ha anche confessato di aver fatto, in passato, errori simili e di stare attraversando un periodo molto difficile che lo ha portato, per motivi di salute, a prendersi un periodo di aspettativa dal lavoro (sarebbe stato reintegrato in servizio il prossimo 24 ottobre). "Ha ben capito le sue responsabilità”, spiega il suo avvocato, Pamela Strippoli. Nonostante questo, però, il giudice per le indagini preliminari ha comunque deciso di accogliere la richiesta avanzata dal pm Mario Palazzi e di convalidare il fermo: l'agente quindi rimarrà in carcere.

La lettera dell'investitore ai genitori di Simone Sperduti

Nel corso dell'odierna udienza, Persi, ha voluto chiedere perdono ai familiari di Simone e, per questo, ha consegnato al giudice una lettera a loro indirizzata. La missiva, letta in aula, è stata pubblicata da diverse testate.

"Per chiedervi perdono - ha esordito l'ex Polfer - mi metterei in ginocchio ai vostri piedi. Ho paura, ma so che voi ne avete più di me, Odiarmi è il minimo". Quindi ha continuato: "Ho sbagliato, cavolo se ho sbagliato. Avrei voluto morire io. Dovevo morire io. Io vi chiedo perdono. Nulla vi ridarà vostro figlio, tuttavia io farò qualunque cosa possa aiutarvi". Poi, ha ripetuto: "Chiedo perdono a voi e a Dio. Avrei dovuto morire io. Il mio cuore è a pezzi, ma so che è niente rispetto a quello che state provando voi".