Il 29 ottobre del 1991 veniva istituita con decreto legge 345 la Direzione investigativa antimafia (Dia). Oggi sono passati esattamente 31 anni da quel giorno. Nacque grazie all'idea del magistrato Giovanni Falcone, membro del pool antimafia, che ebbe l'intuizione che rivoluzionò la lotta a Cosa Nostra: una strategia investigativa capace di coniugare competenza, modernità e tecnologia investigativa.

L'idea di Giovanni Falcone

Giovanni Falcone, capì, prima degli altri, che per contrastare efficacemente Cosa Nostra bisognava seguire i flussi di denaro che, inevitabilmente, avrebbero portato poi ai mafiosi, agli imprenditori e ai soggetti coinvolti a vario titolo nel riciclaggio di denaro.

Celebre la sua frase: "Segui i soldi e troverai la mafia", che rappresenta il "metodo Falcone". Questo principio permise alla magistratura e alle forze dell'ordine di individuare e contrastare efficacemente non solo il crimine tradizionale, ma anche quello che si nasconde dietro i cosiddetti "colletti bianchi", soggetti all'apparenza lontani dal mondo mafioso, ma che in realtà ne sono parte integrante. Da qui, l'idea di istituire una struttura investigativa, la Dia, capace di unire Polizia di stato, Guardia di finanza e Arma dei carabinieri. Un complesso di intelligenze ed esperienze, provenienti da strutture diverse, in grado di collaborare con un obiettivo comune: estirpare il fenomeno mafioso.

Dal 2013 si è poi aggiunta a questi corpi anche la Polizia Penitenziaria.

La Direzione investigativa antimafia, venne istituita con un decreto legge il 29 ottobre del 1991, divenendo poi operativa il 1° gennaio del 1992. Organo dipendente dal Ministero dell'Interno, sostituì integralmente l'allora Alto Commissariato per la lotta alla mafia.

Alla guida di questa nuova struttura venne preposto il generale dell'Arma dei Carabinieri, Giuseppe Taormina, carabiniere di lungo corso.

La Dia, fin dall'inizio, diede risultati rilevanti nella lotta al crimine organizzato nazionale e transnazionale. La prima relazione che la Dia redasse al Parlamento risale al primo semestre del 1992.

La Dia oggi

Oggi la Dia conta in Italia una struttura centrale a Roma con tre reparti e sette uffici, ma anche 12 centri operativi e 11 sezioni operative periferiche distribuite sul territorio nazionale.

L'organo è diretto da un alto funzionario proveniente, a rotazione, dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza. Ogni sei mesi, la Dia redige una relazione al Parlamento Italiano sull'attività svolta in materia di prevenzione e contrasto delle cosche.