Le figlie di Laura Ziliani, Silvia e Paola Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, avrebbero tentato di far ricadere tutte le responsabilità su qualcuno, forse un uomo conosciuto dalla 55enne online.

A dichiararlo, nel corso dell'udienza durata quasi 10 ore che si è svolta ieri, giovedì 24 novembre, nelle aule del Tribunale di Brescia è stato il maresciallo maggiore dei carabinieri di Pontedilegno Fabio Centola che, fin dalle prime battute, ha seguito il caso di cronaca nera. Il processo in Corte d'Assise è iniziato lo scorso 27 ottobre.

La vecchia chat d'incontri di Laura Ziliani

Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, scomparve l'8 maggio 2021. La donna, che dopo essere rimasta vedova si era trasferita con la secondogenita alle porte di Brescia, aveva raggiunto in Val Camonica le altre due figlie Silvia, 27 anni e Paola, 20 anni, ma dopo essere uscita per una piccola escursione aveva fatto perdere le proprie tracce.

Come ricostruito in aula dal maresciallo maggiore Centola, l'11 giugno, poco più di un mese dopo la sparizione della donna, i colleghi registrarono però un accesso a una chat di incontri alla quale la Ziliani risultava iscritta, ma non attiva da anni.

Secondo gli inquirenti, le due sorelle e Mirto, 28 anni - che hanno sempre avuto il telefono della vittima - dopo aver cambiato i loro cellulari, avrebbero riattivato la chat avendo cura di disattivare WhatsApp e di modificare non solo i propri dati cloud relativi agli spostamenti, ma anche le opzioni di sicurezza.

Per chi indagò, ha sottolineato il militare, sarebbe stato un tentativo di far ricadere la responsabilità della scomparsa di Laura su altre persone, magari proprio un uomo conosciuto online. Tant'è che Silvia, poco dopo, chiamò in caserma per annunciare la "scoperta".

Il distacco delle figlie di Laura Ziliani

Nella giornata di ieri è stato ascoltato anche il capitano dei carabinieri di Breno, Filiberto Rosano che ha descritto Silvia e Paola Zani come due ragazze molto distaccate.

"Ci aspettavamo - ha dichiarato ricordando le prime settimane dopo la scomparsa di Laura Ziliani - una partecipazione diversa, considerando che stavamo cercando la loro madre".

Poi ha riferito un particolare episodio accaduto dopo il ritrovamento delle scarpe della 55enne. "Mirto, mentre era in auto da Brescia a Temù, ha chiamato in caserma chiedendo che, da quel momento in avanti, tutte le comunicazioni attinenti la signora Ziliani non avrebbero dovuto passare dalle figlie, che erano infastidite, ma dal loro avvocato".

"Era la prova - ha concluso - del loro disinteresse".

Anche la madre di Laura, Marisa Cinelli, ha testimoniato in aula. "Mi sembravano poco preoccupate", ha dichiarato parlando delle nipoti Paola e Silvia. Poi, ha aggiunto: "Ho sempre avuto l'impressione che fossero sempre state troppo attaccate al denaro" "Dopo la scomparsa - ha concluso - pensavo che fosse accaduto qualcosa, ma non capivo che cosa".