"Ho sentito che dicevano di ammazzare qualcuno". Saman Abbas, poco prima di venire uccisa dai suoi stessi familiari a Novellara, nelle campagne di Reggio Emilia, ha inviato un inquietante messaggio audio al fidanzato Saqib Ayub e gli ha confidato i suoi timori.

In queste ore, in un casolare vicino all'abitazione della 18enne, intanto sono in corso le operazioni di recupero di un corpo che, con ogni probabilità, appartiene proprio alla ragazza pachistana scomparsa nel nulla a inizio maggio 2021 dopo aver detto "no" ad un matrimonio combinato nel proprio paese d'origine.

Nella serata di ieri, mercoledì 23 novembre, la trasmissione Rai "Chi l'ha visto?" ha dedicato ampio spazio al caso di cronaca nera.

Saman Abbas aveva già scelto l'abito da sposa

La conduttrice del programma Federica Sciarelli ha ripercorso la vicenda di Saman Abbas, una ragazza che voleva vivere all'occidentale e sposare l'uomo che aveva scelto e che amava, Saqib. I genitori, però, hanno sempre ostacolato questa relazione e, per lei, avevano già organizzato le nozze in Pakistan.

Nella ricostruzione effettuata da Paolo Andriolo, si è ricordato che la giovane è scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio dello scorso. Poco dopo la mezzanotte è uscita dalla sua abitazione di Novellara, accompagnata dai genitori, convinta di "andare verso la libertà".

Infatti, Saman era rientrata in famiglia solo per prendere i documenti necessari per sposare il fidanzato ed iniziare, così, una nuova vita con il fidanzato.

Saqib, nel corso della puntata, commosso, ha anche mostrato il vestito che la ragazza aveva scelto per il loro matrimonio. Invece, poco dopo, è stata "affidata" allo zio Danish e a due cugini ed è stata uccisa.

Dopo il delitto, i familiari, probabilmente hanno sepolto il suo corpo in un casolare abbandonato tra i campi di cocomero, a circa 700 metri di distanza da casa.

Saman Abbas aveva paura

Saman, da quanto si è appreso, aveva paura dei suoi genitori e, in un messaggio audio inviato al fidanzato fatto ascoltare da Federica Sciarelli durante la diretta la si sente affermare: "Ho sentito che dicevano di ammazzare qualcuno (...) Quando ho chiesto alla mamma mi ha risposto no, non stiam parlando di te (...) Loro sono capaci di farlo ed io ho paura".

Nelle scorse, dopo le recenti ammissioni dello zio Danish - considerato dagli inquirenti l'esecutore materiale dell'omicidio - sono iniziate, nel casolare dimesso di Novellara, le operazioni di recupero del corpo, sepolto, da quanto emerso, senza alcuna protezione a circa tre metri di profondità. "Sarà un lavoro lungo e difficile" ha spiegato l’avvocato Barbara Iannuccelli che rappresenta l’associazione Penelope Emilia Romagna (parte civile nel processo). Le operazioni, che potrebbero durare fino a due settimane, sono coordinate dal sostituto procuratore Laura Galli e seguite da due "super periti": la dottoressa Cristina Cattaneo e l'archeologo forense Dominic Salsarola.