Caso di cronaca nera nel centro storico di Pesaro: il corpo di un ragazzo di 27 anni, Pierpaolo Panzieri, è stato rinvenuto nella mattinata di martedì 21 febbraio nell’appartamento in cui abitava da circa due settimane, un'abitazione singola nel quartiere del Conservatorio Rossini. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, il giovane sarebbe stato colpito da almeno 13 coltellate, per la maggior parte alla schiena, anche se quella fatale con ogni probabilità lo ha ferito mortalmente al collo, mentre era già riverso sul pavimento. Sembrerebbe che la vittima abbia cercato di proteggersi e di allontanare l’assassino, fino a tentare invano di chiudersi all’interno del bagno di casa, dove è stato ritrovato.

Secondo quanto riportano i principali mezzi di informazione, le forze dell’ordine starebbero ricercando in tutta Italia un sospettato, che al momento risulta irreperibile: si tratterebbe di un trentenne, amico del ragazzo ucciso.

Il ragazzo ucciso molto probabilmente conosceva il suo assassino

Le indagini del caso sono svolte dalla Squadra mobile della Polizia di Pesaro sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Pesaro Silvia Cecchi.

Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che la vittima e l’assassino si conoscessero, tanto da trascorrere insieme la serata in quell’appartamento, come dimostrerebbe la tavola, che era apparecchiata per due persone. Successivamente, nel cuore della notte tra lunedì 20 e martedì 21 febbraio, deve essere accaduto qualcosa che ha scatenato la tragedia: gli inquirenti stanno dunque cercando di individuare il movente del crimine.

Il ragazzo è stato ucciso con almeno 13 coltellate

In attesa dei risultati dell’autopsia, che sarà effettuata nelle prossime ore, da una prima sommaria analisi del corpo della vittima emergerebbe come il ragazzo sia stato raggiunto da almeno 13 coltellate, tre delle quali sono state sferrate con estrema violenza. L’assassino ha colpito più volte al fianco e alla schiena il giovane, mentre tentava di fuggire in bagno, prima di assestare il fendente mortale alla gola.

Poi è scappato via, di notte, portandosi con sé anche l’arma del delitto. Gli inquirenti ritengono che il coltello sia stato abbandonato nei pressi della scena del crimine, tanto da averlo ricercato ovunque nei dintorni, come ad esempio nei cestini dell’immondizia, dentro i tombini e dietro le grate delle finestre delle abitazioni vicine, ispezionate anche dai vigili del fuoco.

Il fratello del ragazzo ucciso ha dato per primo l'allarme

Il corpo della vittima è stato rinvenuto dal fratello, allarmatosi quando il padre gli ha riferito che la vittima non si era presentato al lavoro presso l'azienda di famiglia. L'uomo ha subito avvisato la padrona di casa, che però non disponeva di un mazzo di chiavi di riserva dell’appartamento. Ha quindi deciso di sfondare la porta d’ingresso: una volta entrato, ha visto il giovane riverso per terra, quando ormai non c’era più nulla da fare per salvargli la vita.

Il 27enne lavorava come accennato nell’azienda artigiana di famiglia attiva nel campo dell’edilizia. Secondo i conoscenti era un ragazzo tranquillo, che conduceva una vita normale e che non aveva mai avuto problemi con la giustizia. In molti ricordano la sua grande passione per la musica, che lo aveva portato a suonare il pianoforte, la chitarra e la tromba.