Aveva 19 anni il ragazzo che nella mattinata del 16 marzo si è gettato nel vuoto dal ponte Morandi di Catanzaro. Al momento non ne sono state rese note le sue generalità: da quanto si apprende dai quotidiani locali che hanno trattato il caso di cronaca, la vittima era originaria del comune di Soveria Mannelli ed era residente in quello di Amato, dove era iscritto all’ultimo anno di un Istituto tecnico di Catanzaro.

Proprio in questo istituto si stava recando nella mattinata di giovedì, quando secondo alcuni testimoni, si è invece diretto sul ponte e dopo pochi secondi si è aggrappato alla ringhiera di protezione del viadotto, l’ha scavalcata e si è lanciato nel vuoto.

Alcuni compagni di classe si trovavano a bordo di un autobus e hanno assistito alla scena.

Sul ponte erano presenti in quel momento diversi operai che stavano lavorando per mettere in sicurezza il viadotto e diversi automobilisti, ma nessuno di loro è riuscito a fermare il ragazzo.

Uno degli automobilisti ha infatti riferito agli inquirenti: "Ho visto un'auto accostare. Poi un ragazzo sulla ringhiera. Pensavo fosse uno degli operai impegnati nei lavori, invece è stato proprio l'urlo di questi ultimi a farmi capire quello che stava succedendo, è stato un attimo e l'ho visto volare giù dal ponte".

I testimoni presenti hanno immediatamente lanciato l'allarme facendo giungere sul posto i vigili del fuoco, le forze dell'ordine e i sanitari del 118.

I vigili del fuoco hanno individuato il corpo e i sanitari del 118 ne hanno constatato il decesso. Il ragazzo avrebbe perso la vita sul colpo.

Dopo aver ascoltato i presenti, gli inquirenti hanno iniziato a condurre tutte le indagini del caso per poter stabilire le cause che hanno spinto il ragazzo al suicidio. Nelle prossime ore si dovrà indagare nella sua vita privata, anche se da una primissima ricostruzione pare che il 19enne non avesse problematiche evidenti con amici o parenti.