Mentre era detenuta in carcere a Perugia, Amanda Knox, ha pensato al suicidio. A rivelarlo, in una lungo articolo sul The Free Press è lei stessa: "Ho immaginato tutte le modalità in cui avrei potuto metterlo in atto".

Amanda, oggi 35enne, è stata arrestata e poi assolta, per l'omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher, studentessa inglese ritrovata senza vita il primo novembre 2007 nella sua abitazione di Perugia. il caso di cronaca nera, a distanza d'anni, presenta ancora diversi punti poco chiari.

Amanda Knox racconta la sua vita in carcere

In un lungo articolo intitolato "The Life I Refused to Surrender" e pubblicato nei giorni scorsi dal gruppo editoriale indipendente "The Free Press", Amanda Knox ha ripercorso il delitto di Meredith Kercher e ha raccontato come si è sentita quando è stata arrestata, con l'allora fidanzato Raffaele Sollecito, e condannata a a 28 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio.

In quei momenti, ha ammesso, si è lasciata prendere dallo sconforto e, mentre era in carcere a Capanne (alle porte di Perugia), come tanti altri detenuti, ha pensato anche a togliersi la vita. "What if I killed myself?" ("E se mi uccidessi?) si è infatti chiesta a un certo punto, immaginando anche diversi modi per farla finita.

Sarebbe arrivata a pensare di fare come un compagno di prigione, ossia inghiottire dei pezzi di plastica e di bere della candeggina. "Mi immaginavo svanire sotto la doccia - ha proseguito - con i polsi tagliati e con l'acqua che lentamente si portava via la mia vita". "L’abisso – ha concluso Amanda Knox – "non se ne va mai"

Amanda Knox e la condanna a quasi 29 anni di carcere

Meredith Kercher studentessa inglese iscritta, nell'ambito del progetto Erasmus, all'Università di Perugia, è stata barbaramente uccisa nella casa che divideva con altre ragazze la sera del 1º novembre 2007.

Per il suo omicidio, in via definitiva, è stato condannato (con rito abbreviato) Rudy Guede, d'origine ivoriana.

Subito dopo il delitto, però, vennero arrestati, come concorrenti nel delitto, anche Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il 30 gennaio del 2014 la Corte d'assise d'appello di Firenze sancì nuovamente la colpevolezza dei giovani imputati condannando la studentessa americana a 28 anni e 6 mesi di reclusione e a 25 anni di reclusione Sollecito.

Le loro condanne sono state annullate il 27 marzo 2015 dalla quinta sezione penale della Corte di cassazione.

Nell'articolo Amanda Knox, rientrata subito dopo l'assoluzione negli States, ha ricordato il momento della condanna per omicidio, spiegando di aver avuto proprio in quell'occasione la sua prima "epifania". "Non sapevo - ha sottolineato - come dovesse essere, ma era fredda". Quell'illuminazione, così difficile da far capire ai suoi cari, stando al suo racconto, le avrebbe dato in quel momento la "calma" necessaria.

"Ero calma – ha spiegato Amanda – perché ero con la mia epifania, ovvero non stavo attendendo che mi riconsegnassero la mia vita e non mi sentivo come una turista persa che stava aspettando di rientrare a casa". "Ero una prigioniera - ha affermato - e la prigione era la mia casa".