È ripreso oggi, venerdì 8 settembre, il processo per far luce sulla tragica morte di Saman Abbas, 18enne di origine pakistana uccisa nella primavera 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il padre della giovane, Shabbar Abbas, indagato con altri familiari per concorso in omicidio, stamani era presente per la prima volta. L'uomo, estradato dal Pakistan lo scorso primo settembre, ha ribadito la propria innocenza. "Non so chi l'ha uccisa" ha ripetuto, sottolineando di non essere fuggito dopo la scomparsa della figlia, avvenuta nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio di due anni fa.

Il caso di Cronaca Nera è stato dibattuto nell'aula della corte di Assise del tribunale di Reggio Emilia.

In aula il papà di Saman

Il corpo senza vita di Saman Abbas è stato rinvenuto nel novembre 2022 in un casolare abbandonato di Novellara. Per la sua morte, al momento, risultano indagate cinque persone, Danish Hasnain, zio della ragazza, i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq ed i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen.

I coniugi Abbas, come è noto, hanno lasciato l'Italia subito dopo la scomparsa della figlia, e, senza dir nulla a nessuno, sono rientrati in Pakistan loro paese natio. Shabbar, oggi per la prima volta fisicamente in aula, è stato arrestato lo scorso novembre, mentre la moglie, invece, risulta tutt'ora latitante.

L'uomo, dipinto come il mandante dell'omicidio, è stato estradato nei giorni scorsi. Tramite i suoi legali - gli avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo - ha fatto sapere di esser stato raggiunto dalla Polizia pakistana e arrestato mentre si trovava in un campo vicino casa con Nazia. I difensori hanno poi evidenziato: "Shabbar Abbas non se n'è andato all'improvviso, ma aveva programmato da tempo il viaggio".

Shabbar sostiene di non aver ucciso Saman

Secondo gli inquirenti Saman, innamorata di un ragazzo conosciuto in Italia, sarebbe stata uccisa dai suoi stessi familiari dopo aver detto "no" ad un matrimonio combinato con un cugino pakistano. Shabbar, sempre tramite i suoi difensori, ha affermato di non aver mai impedito alla figlia di sposare l'uomo da lei scelto.

Inoltre, ha ribadito la propria innocenza.

A suo dire, non solo non sa chi, e quando, ha ucciso la 18enne, ma non sarebbe a conoscenza neppure del luogo del delitto. Tuttavia, come lui stesso ha ammesso in aula, ha "preso atto" di quanto dichiarato dallo zio Danish, suo fratello. L'uomo, ricordiamo, secondo gli inquirenti è stato l'esecutore materiale del delitto, ma finora avrebbe respinto, di fronte alle autorità giudiziarie, ogni addebito. Tuttavia, da quanto emerso, ad un altro detenuto, anch'egli detenuto nel carcere di Reggio Emilia, avrebbe rivelato: "Sono stato io ad uccidere Saman". Le sue parole, comunque, dovranno essere valutate dal procuratore capo Calogero Paci.