Svolta nelle indagini sulla morte di una donna e della figlia neonata, ritrovate prive di vita sabato 7 giugno nel parco di Villa Pamphili a Roma. Nelle scorse ore è stato fermato a Skiathos in Grecia un uomo, R.F., cittadino americano di 46 anni, che avrebbe detto agli investigatori che la bambina deceduta era “sua figlia”. Come hanno spiegato gli inquirenti in una conferenza stampa, si è giunti a identificare il presunto responsabile del duplice delitto incrociando diversi dati, tra i quali le immagini delle videocamere di sorveglianza, ma anche diverse testimonianze, grazie anche alla collaborazione con le forze dell’ordine greche e statunitensi.

In particolare, sarebbero state individuati dei filmati in cui si vede il sospettato portare in braccio la neonata che indossava la stessa tutina rosa ritrovata nei giorni scorsi poco lontano dal corpicino. In quello che sembra un tentativo di fuga, l’uomo mercoledì 11 aveva preso da Roma un volo per la Grecia.

Le prime dichiarazioni dell’uomo fermato in Grecia

Una volta fermato dalla polizia greca, il 46enne avrebbe subito dichiarato che la neonata ritrovata a Villa Pamphili sarebbe sua figlia, anche se quest’affermazione dovrà essere accertata dagli inquirenti che si stanno occupando di questo caso di cronaca nera. L’uomo è stato ritrovato grazie al telefono cellulare che aveva con sé: risalendo alle celle telefoniche agganciate, gli inquirenti sono riusciti a fermarlo in Grecia, dove con ogni probabilità si era rifugiato con l’intento di far perdere le proprie tracce.

Infatti, nelle ultime ore si erano moltiplicate le testimonianze di persone che avevano visto l’uomo insieme alla donna e alla neonata nei giorni precedenti il ritrovamento, come quella dell’uomo che aveva telefonato alla trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?, spiegando di aver assistito a un violento litigio tra una coppia con una bimba e di aver subito chiamato la polizia.

Il soggetto sospetto può aver ucciso la donna e la neonata

"C'è un ragionevole sospetto che si sia trattato di un duplice omicidio”, ha spiegato ai giornalisti il procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini.

Nelle prossime ore la donna, dall’apparente età di trent’anni, e la figlia dovrebbero essere finalmente identificate: sembra molto probabile che anche loro siano arrivate a Roma dagli Stati Uniti.

Infatti, le prime tracce dei tre in Italia risalirebbero ad aprile, anche se non è ancora stato chiarito come abbiano raggiunto l'Italia. Ora l’uomo fermato in Grecia, che a quanto pare ha dei precedenti penali negli Usa, dovrà rispondere delle accuse di omicidio e soppressione di cadavere.

Il ritrovamento di mamma e figlia nel parco di Villa Pamphili e le indagini lampo

Lo scorso 7 giugno, intorno alle 16:30, due donne hanno individuato il corpo della neonata in una radura isolata del parco di Villa Doria Pamphili. Quasi quattro ore dopo, a circa 200 metri di distanza, è stato ritrovato il cadavere della donna, avvolto in un sacco da camping nero. Entrambe erano nude e senza documenti: mentre la madre non mostrava segni apparenti di violenza, la piccola aveva diversi lividi e graffi sul corpo.

L’autopsia ha confermato che la bimba è stata strangolata e picchiata. Gli inquirenti hanno diffuso le immagini dei quattro tatuaggi della donna, che non faceva uso di sostanze stupefacenti e aveva un aspetto curato, per cercare di identificarla. A poca distanza dai corpi gli agenti hanno trovato un sacco a pelo, diversi indumenti, tra i quali una tutina rosa, e pannolini.

Alcuni frequentatori del parco avevano raccontato che le due, a partire da circa tre settimane prima di essere uccise, erano state viste circolare nella zona con un uomo, del quale gli inquirenti erano riusciti a isolare tracce di Dna.