Pochigiorni fa è andata in onda su Sky la terza e ultima puntata della secondastagione di Black Mirror, la miniserie di matrice britannica scritta da CharlieBrooker per Endemol e trasmessa in Italia dal 2012. Tre episodi a stagione per un totale di sei: la novità che di certo nonpassa inosservata è che gli episodi di entrambe le prime due stagionipresentano trame e cast diversi oltre che il coinvolgimento di diversi registi.

Il filo conduttore

Un intreccio narrativo cosìvario non deve però far pensare ad una disuniformità di intenti: c'è un filoconduttore.

"Black Mirror" è lo schermo nero di qualunque oggetto tecnologico checi crei ossessione ed assuefazione. Si parla di un ipotetico futuro in cui ilprogresso tecnologico abbia preso il sopravvento, modificando in manierairreversibile la normalità del sentire umano: i protagonisti posseggono oggetticon delle potenzialità incredibili, che inevitabilmente cambiano la loroqualità di vita. In meglio o in peggio? È ciascun telespettatore a decidere persé, trovandosi nella condizione di poter operare una differenziazione tra il rapportoche questi personaggi hanno con la tecnologia e quello che noi stessi ci stiamoavviando ad ottenere.

I temi della dipendenza dalla tecnologia, dellafissazione, della mania sono intrecciati ad altri davvero molto attuali: ilruolo delle strategie politiche (Messaggio al Primo Ministro), il rischio ditrasformare la realtà in reality (15 milioni di celebrità), la possibilità diandare oltre le colonne d'Ercole della memoria (Ricordi pericolosi), larielaborazione di un lutto (Torna da me) sono solo alcune delle tematichesviluppate intorno al filo conduttore.