Non vale dieci, venti o – peresagerare – trenta musei italiani. Addirittura, il celeberrimoLouvre di Parigi, guadagna quanto tutti i musei pubblici del BelPaese. Impossibile? No, se si considera che tutte le biglietteriestatali italiane messe insieme hanno fatto introiti nel 2012 per uncentinaio di milioni. Per un confronto che renda rapidamente l'idea:questi introiti valgono il 25% in meno del rendiconto annuale delsolo Louvre.

Colpa di chi? Probabilmente, comespesso accade in Italia, di tutti e di nessuno ma la sproporzione deipaganti dei musei pubblici in Italia rende benissimo l'ideadell'organizzazione e del modus operandi italico: in Calabria paga ilbiglietto un visitatore su due e in Friuli – udite udite – uno sudieci.

La media nazionale, del resto, èchiarificatrice: per vedere i nostri capolavori, i visitatoricostretti ad attingere al portafoglio sono solo 16 milioni su 36milioni e mezzo, per farla breve: 20 milioni entrano gratis.

E un po' di confusione non manca, è ilcaso della Sicilia: quasi tre mesi e mezzo dopo l'inizio del 2013,la Regione Sicilia non è ancora in grado di dire com'è andato il2012. L'unico dato: nel primo semestre rispetto allo stesso periododell'anno precedente gli incassi sono calati del 7,6%, i visitatoripaganti del 10,6%.

Ma il fondo (purtroppo) spetta alla"zona archeologica di Ravanusa", dove nel 2009, ha fattoregistrare quanto segue: 340 mila euro di spese per gli stipendi deidieci custodi e la manutenzione e nessun biglietto venduto.

Insomma, dieci custodi e zerovisitatori.