Restauri, messa in sicurezza, investimenti, nuove assunzioni: la mancanza di queste misure presso gli scavi archeologici di Pompei e il loro progressivo degrado hanno fatto scattare l'ultimatum dell'Unesco. L'istituzione internazionale ha recentemente inserito nelle sue liste due nuovi siti italiani, ma ora fa più scalpore la notizia della sua presa di posizione rispetto la nota area archeologica, patrimonio dell'umanità dal 1997.

D'altronde la situazione critica di Pompei è conosciuta da anni. Nell'area archeologica hanno avuto luogo diversi crolli strutturali, alcune pitture murarie e mosaici non sono stati conservati a dovere e risultano ora danneggiati, manca il personale di sorveglianza in molte domus che, per questo, rimangono inaccessibili e intorno al sito sono sbocciate costruzioni abusive.

L'ultimatum dell'Unesco prevede che l'Italia adotti alcune necessarie misure entro la fine dell'anno, le quali saranno poi valutate già a partire dai primi mesi del 2014. Il Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, dal canto suo, afferma che alcuni cantieri sono già partiti (sebbene due di essi siano stati subito bloccati per presunti problemi di trasparenza). Forse un po' poco, dal momento che il piano di manutenzione di Pompei è stato approvato nel marzo 2012 e che entro il 2015 dovranno essere aperti ben 39 cantieri.

Il Ministro, riferendo sulla questione, ha sottolineato il calo drastico delle risorse per le emergenze di Pompei, che "sono state ridotte di oltre il 58% negli ultimi cinque anni".

Oltre a questo, i progressivi tagli al comparto della cultura non sono stati d'aiuto. Tuttavia il Progetto Grande Pompei prevede l'utilizzo di 105 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea e da privati.

Sull'argomento, Bray non ha dimenticato di citare i problemi legati alla mancanza di personale, nota dolente che affligge molti altri siti d'interesse storico-artistico gestiti dalle Soprintendenze e, quindi, dal settore pubblico.

Stando al Ministro ci sarebbe bisogno di almeno 2000 nuove assunzioni per la vigilanza di questi siti, ma "l'ultimo concorso è stato bandito nel 2008 per 400 posti: si sono presentati in 139.000, di cui l'80% laureati". Queste cifre già da sole dovrebbero fornire un'idea dei prodromi dell'attuale crisi, che ovviamente ha le sue ripercussioni anche nell'ambito dei beni culturali.

Bray ha inoltre sottolineato di come, al contempo, nei siti italiani ci sia bisogno anche di professionalità specifiche quali storici dell'Arte, archeologi, bibliotecari e archivisti.

Nel frattempo alcuni tesori di Pompei sono esposti al British Museum di Londra fino al 29 settembre nell'ambito della mostra "Life and Death Pompeii and Herculaneum", prestati per la prima volta ad un museo estero. Il grande flusso di visitatori che sta registrando la mostra va nuovamente a conferma del grande fascino e interesse che Pompei tuttora suscita: resta quindi la speranza che i suoi tesori possano in futuro essere ammirati e fruiti in modo ottimale anche nel loro contesto originario.