E' ancora una volta una felice intuizione quella di GuidoCabib che ha curato la prima personale di Noemi Montanaro presso The Format –Contemporary Culture Gallery a Milano, il cui entusiasmante opening si è svoltomartedì 24 settembre scorso.

L'Arte, la sua fruizione, necessità di un paradigmaessenziale: l'emozione dell'osservatore. Spesso si discute della necessità omeno del possesso di strumenti culturali approfonditi per poter gustare,sentire o, perché no, giudicare un'opera. Noi siamo del partito che inveceritiene l'arte, specie quella contemporanea, una essenza propria della culturapopolare.

Ed è nelle opere di Noemi Montanaro che si può sublimarequesto concetto. Le sue imbalsamazioni mutanti, la sua chiara sfida e denuncia,non necessitano di tanti approfondimenti. E' ferma lì nel movimento, nellatridimensionalità delle sue sculture così belle, nel senso proprio del termine,il cui riferimento ai mutanti femminili di cui siamo circondati è secco edesplicito: iperrealista come l'opera fin qui creata nel tempo dalla intelligenzae sapienza di Noemi.

Nell'osservare la coda di un pavone rendere fiero e spavaldoil corpo di un coniglio, mutante da timido a narciso, come la lepre interamentericoperta anche lei dell'abito di un pavone, nel gustare il volo perfettamente,proporzionalmente alato di un topo ricoperto di piume colorate, allegro come unpappagallo brasiliano o elegante come un uccello dal piumaggio sfumato diazzurro, nel vivere questa emozione ci si confronta con lo scontro epocale deinostri tempi.

La Montanaro si scosta decisamente dai giochi cercati negliultimi due secoli dai diversi artisti che hanno sperimentato con latassidermia. Giochi per lungo tempo orrifici, alla ricerca dell'innesto tratecnologico ed animale, come in Polly Morgan o Lisa Black, o alla ricerca diinnesti e mutazioni, come in Thomas Grunfeld.

In lei invece si sublima una creazione certosina, precisaallo spasmo, con la cura propria, indispensabile nell'opera d'arte.

E i corpi nuovi disegnati dal suo sguardo diventano cosìbelli, piacevoli, da non poter evitare di riportarci ai tentativi vani oggiperpetrati sul corpo femminile, continuamente mutabile da innesti di materieplastiche o ridotti da abili bisturi. Realtà che si scontra con l'iperrealismodi Montanaro che può perché il corpo su cui crea è irrimediabilmente morto.

Le opere create specificamente per l'evento non sononumerose, rendendo così ciascun oggetto in mostra di un valore oggettivoelevato, che saprà attrarre quei collezionisti più attenti, sempre vicini allescelte oculate e preveggenti di Guido Cabib, che ha inserito anche alcune piacevoliimmagini delle sculture sul sito della Galleria.