In Europa nel 2013 si è registrato un calo di 21,3 milioni di biglietti venduti rispetto all'anno precedente. Nei 35 Paesi monitorati da Media Salles il trend non è, però, del tutto negativo.

È l'Europa Occidentale la maglia nera: nel Regno Unito si registra un decremento del 4%, in Germania del 4,5%, in Austria del 10,6%, in Portogallo del 9,4 %, in Germania del 4,5%, Svezia -9,7%, Grecia -12%.

Decisamente negativo il dato che giunge dalla Spagna, -15%, con circa 80 milioni di spettatori in totale. Gli operatori spagnoli riconducono questo importante calo all'aumento dell'iva che nel corso del 2012 è passato dall'8 al 21%.

Piccole flessioni si registrano in Norvegia con -2,7% e in Danimarca -0,2%.

Il segno positivo compare in Belgio con il +0,5% e nei Paesi Bassi +0,8%.

Ottimo risultato per l'Italia che va in straordinaria controtendenza con +6% e oltre 104 milioni di biglietti venduti.

Il dati cambiano in Europa centrale, orientale e nel bacino del Mediterraneo dove troviamo dei forti decrementi a Cipro con -20%, Serbia -9,3%, Slovenia -16%, Polonia -5,6%. Repubblica Ceca ed Estonia riescono a limitare i danni con un -1%.

Ma è in queste aree che si registrano anche felici segni positivi: Bulgaria 16,7%, Romania 13,8%, Lituania 6,8%, Slovacchia 4,8%, Lettonia 3,9%, Ungheria +2% e Turchia +14,7% (quest'ultima supera per la prima volta i 50 milioni di spettatori).

Discorso a parte, infine, per la Russia che fa registrare un +8,7%, aggiungendo così 14 milioni di biglietti ai dati del 2012 e diventando il secondo mercato europeo subito dopo la Francia e togliendo la posizione d'argento al Regno Unito.