Kolossoi: questo è il termine con cui l'illustre archeologo sardo Giovanni Lilliu, scopritore del complesso nuragico di Barumini, indicava i grandi reperti ora molto più celebri col nome di "giganti di Monte Prama". Si tratta di decine di statue in pietra calcarea, alte dai due ai due metri e mezzo, raffiguranti arcieri, guerrieri e pugilatori, rinvenuti nel 1974 da un contadino che rivoltava le zolle nel suo terreno, presso Monte Prama (da cui il nome ), vicino Cabras, in provincia di Oristano.
Questo richiama alla mente un altro ritrovamento archeologico di importanza eccezionale, quello dei cosiddetti "Rotoli del Mar Morto", presso le grotte di Qumran, poco distanti da Gerusalemme, nel 1947.
Anche in questo caso, la tradizione assegna ad un pastorello che cercava una pecorella smarrita (citazione evangelica?) il fantastico ritrovamento.
Simili anche le odissee vissute dai Rotoli e dai Giganti: mentre seguire le tracce dei primi è difficoltoso e fuorviante, in quanto la loro ancora discussa datazione, soprattutto di alcuni frammenti, potrebbe secondo alcuni studiosi mettere in dubbio le stesse origini della Chiesa Cattolica, la vicenda dei secondi, pur meno "dinamica" è pur sempre affascinante. I cinquemila frammenti di cui si parla infatti, furono "custoditi" nei magazzini del Museo Archeologico di Cagliari per tre decenni. Dopo uno stanziamento di fondi partito nel 2005, che ha consentito al Centro di Conservazione Archeologica di Roma e al Centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti a Sassari, coordinato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, le indispensabili operazioni di restauro, da questi giorni venticinque statue sono in mostra a Cabras e altre due nel Museo di Cagliari già citato.
Anche in questo caso, così come per i Rotoli, il fascino delle statue è aumentato dalla discussione sulla loro datazione: si varia infatti dall'ottavo fino al decimo secolo a.C. Se quest'ultima fosse confermata, molte pagine dell'archeologia mediterranea dovrebbero essere riscritte, in quanto i "Giganti" sarebbero successivi solo alle più antiche sculture egizie, ma precedenti a quelle greche.