Chi scrive si aspettava decisamente molto di più dal secondo volume di Nymphomaniac, ultima fatica di Lars von Trier. In attesa della versione integrale (quella priva di censure) il film "edulcorato" uscito al Cinema è una vera e autentica delusione. Se volete restare al passo con i tempi, vi consigliamo prima di dare un'occhiata alla recensione di Nymphomaniac Vol. I, in cui già si elencavano alcuni dubbi sull'opera in questione. Dubbi e sospetti assolutamente confermati in questo secondo capitolo, che potremmo benissimo definire "secondo tempo".

Ecco perché.

Nymphomaniac, di Lars von Trier: la recensione completa

Recensire la prima parte di un film il cui compimento avviene solo nella seconda parte sarebbe oggettivamente sbagliato. Lo avevamo scritto nella recensione del primo capitolo che, tuttavia, essendo uscito nelle sale, visto tutto il clamore suscitato, meritava di essere discusso.

In realtà, potremmo fare semplicemente un copia e incolla di quanto scritto nella prima recensione anche per questo secondo volume: nulla cambia, se non in peggio. Il didascalismo è meno esagerato, ma comunque molto irritante; il passaggio di capitolo in capitolo al finale, che poi è anche l'inizio (perché Joe è a terra ridotta malissimo?) è reso molto male, la fine risulta a tratti ridicola e molto forzata.

Anche l'aspetto della ninfomania, paradossalmente, sembra approfondito solo in superficie.

Da un lato abbiamo l'istinto (Joe), dall'altra la ragione (Seligman): il trionfo dell'uno sull'altra è decretato. Punto e basta. Tutto il film assume una forma di saggio (vedi le continue digressioni) su un tema che viene trattato solo superficialmente.

Per intenderci, facendo un confronto cinematografico, potremmo dire che Nymphomaniac è un film di superficie, Shame (di Steve McQueen, con Michael Fassbender) che tratta lo stessa tema è un film che approfondisce la questione e rende bene la dipendenza dal sesso del protagonista.

Nymphomaniac diventa così un film autofagocitante, un'opera fine a sé stessa che non ci dice molto.

La forza visiva è carente, il ritmo è assente e la struttura narrativa risente probabilmente dei tagli imposti alla versione integrale.

Il risultato finale? Il solito: è un film di von Trier. Il che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Per essere sintetici, secondo il nostro punto di vista, Nymphomaniac è un film brutto. Eticamente ed esteticamente scorretto. È un riflesso continuo di von Trier e del suo cinema, nulla più.

La vera pornografia in Nymphomaniac, insomma, è l'egocentrismo.