Il compleanno postumo di Sir Karl Raimund Popper è un evento roboante ma sottile, tellurico eppur silenzioso, denso come la raffinatezza energica delle sue argomentazioni logico-razionali, epistemologiche, politico-sociali. La collettività planetaria non potrebbe liberamente deambulare accanto alla gravità del suo pensiero, senza esserne gravitativamente attratto. Come se la sua tenace forza d'argomentazione possedesse una consistenza ineludibile, di quelle che deflettono i raggi luminosi o che curvano lo spazio-tempo einsteiniano, creando una depressione intorno a sé, entro cui non si può evitare di cadere per poi orbitarvi ellitticamente intorno.

Nato a Vienna il 28 luglio 1902, il filosofo della Scienza Karl Popper fu costretto a emigrare in Nuova Zelanda fin dal 1938, all'indomani dell'Anschluss nazista dell'Austria. In un luogo tanto geograficamente remoto dall'Europa fu stimatissimo docente di filosofia, sino al 1945. Infatti, il pressante invito dell'economista e filosofo Friederich von Hayek, suo concittadino, persuase Popper a trasferirsi alla London School of economics, presso le cui aule gremite condusse la cattedra di logica e metodo scientifico, fino al 1969. Karl Popper fu insignito del titolo di baronetto dalla "corona" inglese nel 1965 e nominato membro della prestigiosa Royal Society.

Considerato tra i maggiori filosofi della scienza del XX secolo, Popper fu portatore di un'intelligenza epistemologica che più profondamente incise sui percorsi d'investigazione e avanzamento della ricerca scientifica.

Sua la "proverbiale" impostazione logico-empirica della formulazione fallibilistica della conoscenza. La specifica concezione del metodo scientifico, esposta sin dalla sua prima opera, Logica della scoperta scientifica del 1935, considerò la fondamentale asimmetria tra "la verificazione e la falsificazione", per la quale anche un'elevata quantità di conferme sperimentali non potrebbe mai raggiungere la "sufficienza" nel verificare conclusivamente un'asserzione universale.

Al contempo, basterebbe un singolo esempio negativo a invalidarla. Tanto, attestò la "falsificabilità" quale caratteristica dominante delle teorie scientifiche, rafforzandone il metodo "ipotetico-deduttivo". Congetture e confutazioni si succedono incessantemente, alla ricerca di approssimazioni sempre più stringenti, incalzate da tentativi di falsificazione che "provano" la validità, mediante controlli delle conseguenze empiriche.

Corroborare le ipotesi o sostituire le teorie intaccate dalla falsificazione empirica con successive nuove teorie fu per Karl Popper il "processo" più autentico e mai definitivo del sapere sceintifico, al contempo garanzia di conoscenza sempre più analitica e profonda.

Il razionalismo critico e l'inflessibile antidogmatismo di Popper avversarono ogni sterile storicismo, anche in ambito filosofico-politico. Nella sua opera La società aperta e i suoi nemici del 1945, il filosofo viennese s'oppose a ogni totalitarismo, le cui radici riscontrava nei sistemi di Platone, Hegel e Marx. Pertanto, difese l'idea d'una società aperta, "scalabile", inclusiva nella quale ogni soluzione potesse essere criticamente vagliata, evitando gli errori pregressi.

La "lettura" critico-analitica di Popper, sino al suo ultimo lavoro Cattiva Maestra televisione, conferma tutta la sua preziosa attenzione per la contemporaneità. Popper si spense presso Londra, nel settembre del 1994. Quindi, un sincero augurio di lunga vita alle sue idee.