Oltre mille repliche in 34 paesi da 22 anni. Basterebbe forse questo dato per far capire le dimensioni del fenomeno comico rappresentato da Paolo Nani con "La lettera". E in effetti si tratta di un vero capolavoro nel quale una mimica irresistibile riesce a tramutarsi in un linguaggio universale, capace di far ridere nello stesso modo in ogni angolo del Pianeta. Merito di questo italiano di Ferrara emigrato in Danimarca per amore, mimo comico geniale dai mille volti e dalle mille espressioni, che riesce nel miracolo di far divertire nello stesso modo grandi e piccoli, intellettuali e uomini delle strada.

Perché il suo linguaggio comico supera le barriere della lingua, dell'età, della cultura. Come sanno fare solo i grandi.

Eppure Nani in Italia sembra essere ancora un fenomeno "cult": amato da un gruppo di irriducibili fedelissimi - che tornano a rivederlo ogni anno, a ogni replica - ma semisconosciuto al grande pubblico. Suo malgrado diventa così una metafora di questa Italia in declino, incapace di valorizzare i propri uomini migliori, che vanno all'estero a cercare - e ottenere - gloria. Così, mentre in televisione spesso imperversano pseudo comici volgari e banali, incapaci di reggere la scena per oltre dieci minuti, evanescenti coma una barzelletta da caserma, un grande artista come Nani si esibisce senza le luci della grande ribalta, a beneficio di chi sa scovare la bellezza di una risata ottenuta con il talento puro.

Andate a divertirvi, dal 19 al 21 dicembre al Teatro Filodrammatici di Milano, per ammirare un artista riconosciuto a livello internazionale come uno dei "maestri indiscussi del teatro fisico". Ed è proprio così, perché durante "La lettera" Nani regge la scena senza parlare, strappa risate con i suoi sguardi, i suoi movimenti.

Riesce a farlo interpretando quindici volte, in modo diverso, la stessa scena con la sola compagnia di un tavolo, una foto e una bottiglia, sulle orme degli "Esercizi di stile" di Raymond Queneau a cui si è ispirato.

E chi ha già avuto la fortuna di vedere "La lettera" quest'anno avrà l'opportunità di seguire - dall'11 al 18 dicembre - anche il nuovo spettacolo di Nani, "Piccole catastrofi", che rappresenterà le tante piccole e grandi sciagure che possono avvenire durante uno spettacolo teatrale.

L'invito è di andare a vedere Nani: non solo per trascorrere una serata di puro divertimento, ma anche come antidoto alla stupidità, alla banalità, alla noia che spegne le emozioni. E anche - perché no - per valorizzare quel che di bello la fantasia italiana riesce ancora a produrre. Nonostante tutto, nonostante tutti.