Dal prossimo 24 gennaio fino a giugno 2015, a Brescia presso il Palazzo Martinengo verrà aperta la mostra ''Il cibo nell'Arte''. Un percorso che raccoglie un centinaio di straordinari dipinti dal '600 (età barocca) fino a Warhol. Tra gli altri grandi maestri del passato: Baschenis, Ceruti, Campi, Recco e Figino. Per i contemporanei e moderni: Lichtenstein, Manzoni, Fontana e de Chirico. La rassegna introduce uno dei grandi temi di Expo 2015: ''Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita''. Un viaggio suggestivo correlato da differenti correnti politiche, che vedono come protagonisti epoca irripetibili quali, il Barocco, Rococò, il romanticismo del 1800 e le avanguardie del secolo scorso.

Il curatore della mostra Davide Dotti, assieme a un comitato scientifico, hanno cercato di catalogare ''le opere più significative'', affinché il pubblico possa capire al meglio la sacralità del cibo e le espressioni che immortalano le varie iconografie grafiche al momento di mangiare.

Un percorso espositivo che ci conferma quanto gli artisti del XVII e XIX secolo amassero dipingere l'arte culinaria. Il cibo nell'arte è un'ottima testimonianza visiva dei piatti caratteristici dell'epoca, una ricerca che ci porta alla scoperta di sapori andati perduti assieme ai loro cuochi. Le sezioni della mostra saranno dieci: pesce e crostacei, allegorie dei cinque sensi, dispense, cucine e mercati, verdura e frutta, carni, salumi e formaggi, selvaggina da penna e da pelo, tavole allestite, vino e liquori.

Infine, i piatti del XX secolo.

Non mancheranno i capolavori dalle collezioni bresciane come: Il piatto delle pesche ( prima opera italiana in natura morta) di Ambrogio Figino. Oppure, il famosissimo dipinto di Vincenzo Campi ''I mangiatori di ricotta''. Ancora, il magnifico pendant di nature morte di Giacomo Ceruti (Pitocchetto), poi un dipinto di Emilio Longoni uno dei massimi esponenti del divisionismo, ''Il tavolo con le angurie''.

L'Ultima Cena di Andy Warhol, che rielaborò il ''Cenacolo di Leonardo da Vinci''. Il cibo dell'arte è un evento culturale da non mancare. Una straordinaria testimonianza non solo a livello di opere d'arte, ma che ci mostra l'incredibile patrimonio culinario italiano nel mondo.