Esattamente 111 anni fa (11 maggio 1904) nasceva, nella cittadina catalana di Figueres, il grande Salvador Dalì, senza ombra di dubbio uno dei più importanti artisti che la storia abbia mai avuto. 

Dalì: surrealista nell'arte così come nella vita 

Dalì è "il surrealista" per antonomasia, caratteristica che infatti non ritroviamo solamente nei suoi dipinti (così particolari e alle volte persino ambigui), ma anche nella sua vita privata, con quel suo modo di fare eccentrico; basti pensare che si auto-attribuiva una diretta discendenza con i mori e amava tutto ciò che era dorato ed orientaleggiante.

Questo suo modo di essere ha attirato indiscutibilmente una grande attenzione sulla sua persona, trasformatasi in un atteggiamento di stima per alcuni e profondo odio per altri.

Infanzia e formazione artistica 

Il padre era un avvocato e notaio, appartenente alla classe media spagnola, mentre la madre è stata colei che ha sempre sostenuto ed incoraggiato il figlio a sfruttare le proprie doti artistiche manifestatesi fin da quando Salvador era un bambino. Il pittore si mosse per la prima volta dalla cittadina di Figueres, per giungere a Madrid, nel 1922 e fu proprio qui che frequentò l'accademia delle belle arti e dove cominciò ad attirare l'attenzione su di sé con i suo modi eccentrici e con il suo stile stravagante: vestiva con abiti ottocenteschi, aveva delle lunghe basette (poi tagliate per lasciar posto ai suoi indistinguibili baffi ispirati al pittore Diego Velàzquez).

Dopo l'esperienza di Madrid, come tutti i grandi pittori dell'epoca approdò a Parigi, dove tra l'altro conobbe Pablo Picasso, artista da lui stimatissimo.

"La persistenza della memoria" 

Il 1931 è un anno assai importante per il pittore; è infatti in quest'anno che Dalì dipinge "la persistenza della memoria", la sua opera più importante, oggi esposta al MOMA di New York.

Il quadro raffigura degli orologi da taschino sul punto di liquefarsi, quest'immagine potrebbe facilmente essere comparata con quella della memoria, che più passano gli anni e più questa perde consistenza, indebolendosi, per poi dissolversi nel nulla.