Amy è un film difficile da guardare non solo per le lacrime che farà sgorgare ma anche per la tenerezza che suscita nel vedere come Amy Whinehouse ha distrutto la sua vita professionale e intima così pubblicamente. Il nuovo documentario diretto da Asif Kapadia è assolutamente devastante: un ritratto inflessibile di come la fama divora e corrompe; allo stesso tempo rende giustizia, permettendo di mostrare la vera personalità, il lato più intimo della Winehouse. Ciò che emerge è una donna divertente e affascinante con un umorismo tagliente, completamente immersa nella sua arte alla ricerca di un raro e autentico talento; l'unica sua colpa è quella di venir schiacciata dai suoi stessi demoni.

La famiglia contrariata

La famiglia di Amy, inizialmente aveva sostenuto il film ma dopo aver visto qualche modifica al plot originale non è rimasta affatto soddisfatta, soprattutto il padre. Una scena scioccante del documentario vede una troupe televisiva che la segue nell'isola caraibica, e il padre la rimprovera per il suo essere sempre rude nei confronti dei fans. Emerge qui una Amy triste che cerca solo di attirare l'attenzione del padre.

La relazione con Blake Fielder

Toccante il momento in cui Amy decide di rompere la sua relazione con Blake sostenendo che sono destinati a rompersi il cuore a vicenda "over and over again". Amy era molto passionale in amore ma anche disperata nel sentire quel sentimento per Blake.

Quando Blake si tagliava, lei pure lo faceva. Se lui faceva uso di droghe pesanti, lo seguiva a ruota. Prima di incontrare Blake, Amy è sempre stata in bilico tra una vita sana e le droghe; ma con questa relazione si è condannata come cantava in "Love is a losing game".

Amy ha avuto anche delle buone persone intorno a lei.

Purtroppo, non prestando ascolto, le persone a lei più care hanno finito per prendere le distanze. Vedere la loro amica in totale autodistruzione era troppo. Il suo ex manager Nick e gli amici di infanzia, Juliette e Lauren, hanno fatto di tutto per aiutarla: queste sono state le uniche persone che non le hanno mai detto un "no" ma anzi le hanno sempre offerto un amore incondizionato.

L'accanimento dei media

Amy è stata vittima dei mass media. Non solo paparazzata e tormentata 24 ore su 24 ma anche attaccata con ferocia, come donna e come essere umano. Trattata come lo zimbello dello showbusiness, esattamente come era accaduto a Britney Spears nel lontano 2007. Uno dei momenti più forti del film è quando sulle note di "Back to black" si sprigiona la sua voce, rauca, potente e magnifica. Era una perfezionista nel suo lavoro e si può vedere quando collabora con Tony Bennet in studio. Amy ha dato il suo cuore e l'anima per la sua musica: il suo unico vero rifugio dai suoi problemi; ha messo a nudo i suoi demoni per il pubblico. È un patrimonio che non sarà mai dimenticato.