Il regista Danny Boyle ci fa subito venire in mente “Trainspotting”, uno dei film simbolo degli anni Novanta (e lo stesso Boyle ha già confermato che ne sta preparando il seguito), ma in questi giorni a New York è uscita in anteprima “Steve Jobs”, la pellicola che il cineasta cinquantottenne di Manchester ha dedicato al compianto fondatore della Apple.

Questo film, sceneggiato dal premio oscar Aaron Sorkin e basato sulla biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson, è interpretato, tra gli altri, da Michael Fassbender (che fa Steve Jobs), Kate Winslet (che impersona Joanna Hoffman, ex responsabile marketing di Macintosh) e da Seth Rogen (che veste i panni del co-fondatore di Apple, Steve Wozniak).

Il film, che è diviso in tre atti, ognuno caratterizzato da un diverso registro e stile, racconta la vita del “guru” della Apple dagli inizi difficili fino all’uscita dell’iMac nel 1998, passando ovviamente per l’immissione sul mercato del Macintosh nel 1984.

La parte finale della produzione della Apple e della carriera di Jobs, quella caratterizzata da iPod e iPhone, è volutamente omessa.

Danny Boyle parla del suo film su Steve Jobs

Il regista Danny Boyle dice che lo Steve Jobs del suo film è “manipolatore e intrigante” e che dalla sua pellicola emergerà più un aspetto lirico che biografico.

Boyle e lo sceneggiatore Sorkin hanno voluto incentrare il loro film solo su alcuni aspetti caratteriali di Jobs, trattandolo quasi come un personaggio shakespeariano.

Pur non avendo mai incontrato Jobs, il regista si è fatto una precisa idea sul fondatore della Apple, arrivando a definirlo come “un direttore d’orchestra manipolatore e dominatore” e come “il più grande venditore della storia”.

La scelta di Fassbender per il ruolo di Jobs

Per interpretare uno come Jobs, cioè un personaggio che incarna in maniera perfetta il pioniere americano dei nostri tempi, ci voleva un attore emergente, con molto carisma e capace di creare il mito di se stesso, e Boyle non ha avuto dubbi nello scegliere Michael Fassbender.

Fassbender è, a detta del regista, “l’attore più carismatico, potente e auto-mitologizzante” dell’attuale panorama cinematografico.

Fassbender è perfetto nel ruolo di uno come Jobs, che aveva il potere di saper convincere tutti della straordinarietà dei suoi sogni e delle sue visioni.