Giuseppe Tornatoreè tra i pochi registi italiani, insieme a Sorrentino, Garrone e Salvatores, che pensa in grande e che riesce a conferire ai suoi film un respiro internazionale e lo dimostra soprattutto la scelta di avere tra i protagonisti delle sue pellicole attori internazionali. Il suo ultimo lavoro non è un'eccezione. "La corrispondenza", che uscirà nelle sale italiane giovedi 14 gennaio 2016, vede infatti tra i protagonisti il sessantasettenne britannico Jeremy Irons, premio Oscar nel 1990 per Il mistero di Von Bulow di Schroeder, e l'attrice e modella ucraina naturalizzata francese Olga Kurylenko, volto perfetto per incarnare la semplicità dei sentimenti che ha raggiunto il successo grazie a film come "To the Wonder" di Malick e "Oblivion" di Kosinski.

Tra gli altri interpreti che hanno preso parte al film, figurano: Shauna Mcdonald, Anna Sawa e Ian Cairns. Tornatore torna al Cinema a due anni dal labirintico "La migliore offerta".

Trama del film

Il film, girato perlopiù tra Scozia e Italia e le cui riprese sono durata circa 10 settimane, racconta la vicenda di una giovane studentessa universitaria (Olga Kurylenko) che nel tempo libero lavora come controfigura per il cinema e la televisione: è specializzata in scene cariche di suspence, azione e pericolo, che nella finzione conducono alla morte del suo doppio. Ma non si tratta di pura attrazione per il pericolo e la morte a spingere la ragazza a cimentarsi in queste situazioni al limite, quanto piuttosto il suo desiderio di sublimare un terribile senso di colpa che deve essere espiato.

La donna infatti è perseguitata dal suo passato, con il quale ha un conto in sospeso: si ritiene responsabile della tragica morte del suo grande amore. Sarà un professore di Astrofisica (Jeremy Irons), ad aiutare la ragazza ad intraprendere un percorso più sereno facendole ritrovare il proprio equilibrio interiore.

"La corrispondenza", si preannuncia come una struggente storia d'amore piena di pathos, scandita dalla meravigliosa colonna sonora del maestro Ennio Morricone e dai volteggi registici dell'ambizioso, e forse un po' manierista e antinaturalista Tornatore che procede nella costruzione delle immagini con vigore e attenzione verso il particolare proprio mentre guarda l'insieme, riproponendo la lezione cinematografica di Luchino Visconti e Sergio Leone.

Ci si aspetta come sempre un Tornatore massimalista contro il minimalismo e il provincialismo del cinema italiano, preciso nei fatti, nel presentarci un'espressione, nel riprendere i comportamenti dei personaggi, nell'inseguire il tempo ben oltre la sua scansione cronologica, per cercare di afferrare la verità.

Il film è stato prodotto dalla Warner Bros. ed è anche riconosciuto come prodotto culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.