Prosegue il progetto di comunicazione artistica made in Turin, tramite lo stile come può esserlo una fotografia di moda del National Geographic ol'espressività della musica, valorizzata dalle immagini cinematografiche. Tanto più chela città non è nuova agli abbinamenti di classico e moderno, basti pensare all'esposizione sulla storia della moda accanto alla mostra su Leonardo da Vinci alla Palazzina di Caccia della Venaria Reale o allamostra delle foto di Marilyn Monroe alla Mole Antonelliana e alle rassegne cinematografiche di film d'epoca al cinema Massimo del Museo del Cinema di Torino.

Così la mostra fotografica Fashion, moda e stile negli scatti delNational Geographic,visitabile da oggi fino al 2 maggio, è stata allestita nella Corte medievale di Palazzo Madama e va dalle passerelle della moda da Parigi a Milano a quelle di gente comune nelle foreste pluviali di Papua, Nuova Guinea, nei villaggi africani, nei templi di Giava: sessantadue immagini di grande formato, realizzate da 36 fotografi di fama internazionale, che raccontano il significato storico e culturale dell'abbigliamento e dell'ornamento.

"Fashion - spiega Marco Cattaneo, direttore della National Geographic Italia - nasce da un vecchio volume di cui abbiamo selezionato quattromila immagini su nove milioni e mezzo di foto d'archivio e abbiamo poi scelto queste.

Abbiamo privilegiato le immagini di impatto immediato, con accostamenti visivi e concettuali".

Un esempio del connubio tra classico e moderno

L'oboista dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai, Carlo Romano, ha la paternità di aver reinterpretato Gabriel Oboe, del maestro italiano della musica da film, Ennio Morricone e l'ha suonata a Torino e in tutto il mondo. Così come il maestro del Conservatorio Giuseppe Verdi Stefano Leoni ha documentato in un video come la Carmen di Bizet siapiù volte riadattata fino a diventare il trillo di un cellulare. Il musicistasarà sicuramente presente alla proiezione della fiction italoamericana che con la solarità della musica spagnola affronta il tema della disabilità in visone per la seconda edizione diSeeyousound, festival cinematografico sui film che parlano di musica: oltre quattromila lavori, da ogni parte del mondo, con diverse anteprime.

"Quello che mi stupisce non è il successo della prima edizione, né l'adesione degli autori - osserva il direttore del Museo del Cinema, Alberto Barbera. È invece che non ci siano altri festival del genere, perché il cinema non esiste senza musica". Tra le anteprime in programma Low di Renaud Cojo, incentrato sulla figura di David Bowie, il cantante recentemente scomparso, visto in chiave minimalista da Philip Glass. E ancora Danny Collins con al Pacino, di Don Fogelman: la storia di un anziano rocker che riceve con quarant'anni di ritardo una lettera di John Lennon.

Seeyousound riscopre anche la nascita del film sonoro con The jazz singer di Alan Crosland. Documentari e non solo fiction con pure il paesaggio piemontese con le riprese di un gruppo di giovani musicisti che provano le arie del Don Giovanni di Mozart in Val Bormida.

Accanto alla docufiction Cj sulcantante soul/jazz che ogni giorno si esibisce al Guggenehim Museum di New York. E non poteva mancare in questa rassegna giovanilista un protagonista del groove torinese, come Francesco Caudullo in arte Madaski che racconta la sua curiosa biografia, dalla nascita fino all'apice della sua carriera.