In questo caso maledettamente heavy, la morte non fa sconti a nessuno. Neppure alle leggende del rock. E forse allora è proprio vero, da più parti lo si è notato già, che sia venuto il tempo in cui proprio il rock è arrivato a chiedere dazio. Perché lasciare il segno costa: ci ha salutato purePaul Kantor, alfiere di quel sogno lisergico che ha dato vita aiJefferson Airplane, ali spiegatedella generazione hippie tra Woodstock e la West Coast.
Brucia stella, brucia
Kantor ha suonato l’ultimo assolo a 74 anni, ammaccato da una vita al limite ma nessuna remora sua nei confronti di alcol e droga.Il crepuscolo di tali miti dipende d’altronde anche da tutto ciò, ed è pura cronaca considerare che i mutamenti radicali nell’Arte e nella musica della seconda metà del Novecento siano avvenuti nel segno di una ribellione così profonda ma proprio per questo dai tempi contati.
E repentini: in soli quaranta giorni abbiamo dovuto salutareNatalie Cole(65 anni, arresto cardiaco),Lemmy Kilmister (anima e fondatore dei Motörhead, 70 anni, tumore e fisico malandato),David Bowie (69 anni, fisico debilitato da droghe, alcol e cuore usurato),Glenn Frey (leggenda degli Eagles, 67 anni, polmonite ed una vita vissuta tra palchi, droghe e alcol),Colin Black (53 anni, conseguenze nefaste di un incidente stradale), eJimmy Bain (bassista dei Raimbow, 68 anni, esistenza heavy rock anche fuori dalle scene).
Oggi è come ieri?
Chi resta? E chi è in grado oggidi portare in alto gli orizzonti della musica? Se dopo la seconda Guerra Mondiale “rinascita” ha significato pure “novità”, la generazione che più l’ha marcata (e suonata) è unica, come quegli anni di contestazione e voglia di libertà, anche autolesionista.
E difatti la “beat generation” fin da subito ha marchiato a fuoco il suo tempo perbruciare rapida inveceche spegnersi lentamentecol famoso “club del 27”, quello che unisce animemai arrivate a 28 anni comeJimi Hendrix,Jim Morrison,Janis Joplin,Brian Jonesed i contemporaneiKurt Cobained Amy Winehouse. Chi rimane sta vivendo tra due vie: o ne paga le conseguenze o è davvero fortunato.
Tra i primi senza dubbioDavid Crosbye ilPhil Leshdei Grateful Dead, ancora qui grazie a bypass vari e trapianti di cuore, piùMalcolm Youngdegli AC/DC cui tanto impeto gli vale oggi un ricovero permanente per demenza. Restano mostri sacri comePaul SimoneLeonard Cohen(82 anni),Bob Dylan(75 anni), SirPaul McCartney(a giugno 74 primavere),Mick JaggereKeith Richards(73 anni entrambi quest’anno),Brian Wilson(Mr.
Beach Boys i 74 li compirà a giugno),Roger Waters(73 anni dopo l’estate),Jerry Lee Lewis(81 anni a settembre),Little Richard(84 anni a dicembre) più l’"highlander"Chuck Berryche a 89 anni è ancora sulla breccia: nessuno di questi sul palco e nella vita si è risparmiato, e (per fortuna) resiste ancora. E oggi? Musicisti dotatiall’orizzonte? Al momento sembra che dai talent odierni(Woodstock è stato davveroaltro) escano sempre e solo proposte musicali cucite sulle immagini di quel tempo che fu, senza nulla di originale in séa parte una data di scadenza per un’epoca che dimenticatutto in pochi mesi. Certo, qualcuno di valore c’è. Ma se l'industria discografica attualevende e vive ancora grazie alle opere del tempo di ieri, chi è bravo in questi anni forse è ancora troppo giovane e poco artisticamente graffiante per restare e ridare il fiato ad uno showbiz che da parecchio ormai vive soltanto di ricordi.