Torino dedica un mese di eventi a Italo Calvino, scrittore molto legato alla città e, con Umberto Eco, il postmodermo italiano internazionalmente più noto, morto 31anni fa, a Pisa. Nato a Cuba da padre sanremese, fece le sue prime prove letterarie in Liguria per poi trasferirsi a Torino in un ambiente culturalmente e politicamente impegnato, con la casa editrice Einaudi sulla cresta dell'onda: famose sono le sue riunioni editoriali con Norberto Bobbio, Corrado Vivanti e Delio Cantimori, I Mercoledì dell'Einaudi, dove si rivelava brillantissimo.

Cruciali nella storia della letteratura rimangono le sue Lezioni Americane, pubblicate postume, grazie alla moglie che ha riordinato gli appunti del marito per le conferenze che avrebbe dovuto tenere all'Università di Harvard di cui parlerà il 15 febbraio lo scrittore torinese Giuseppe Culicchia. Vi sono, nelle intenzioni di Calvino, sei proposte per la letteratura del terzo millennio e si dividono in Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, Coerenza.

Soprattutto viene introdotta la concezione di iper-romanzo, approfondita dai più significativi scrittori contemporanei che hanno superato il postmoderno e, secondo Raffaele Donnarumma, docente di letteratura contemporanea all'Università di Pisa, sono ipermoderni e iperreali: Siti, Moresco e Franceschini.

Gli unici questi che possono confrontarsi con gli stranieri Wallace, Littel e Houllebecq. La modernità di Calvino sta nell'aver compreso e descritto, attraverso allegorie e metafore, la globalizzazione come ha riconosciuto il teorico polacco della modernità liquida, Sigmund Baumann. Il novantenne pensatore si riferisce al periodo definito come il secondo Calvino, in cui lo scrittore ligure abbandona le visioni cosmologiche e combinatorie e si rifà a tematiche sociali. Significativo è in questo senso il racconto Marcovaldo al supermarket, che ha per protagonista un emigrato in un tempio del consumo di una grande città, raccontato con l'estrema ironia che caratterizza questo secondo periodo. Marcovaldo, quindi, e poi Le città invisibili, un racconto delle metropoli, come già fece Marco Polo nel Milione, trasfigurandole letterariamente e rivivendole come se con esse ci fosse un rapporto sentimentale e le città fossero le donne amate.

L'abbandono dell'impegno politico 

Italo Calvino diventa protagonista, insieme con Carlo Emilo Gadda, della letteratura postmoderna, quando abbandona, disilluso, l'impegno politico che lo aveva visto partigiano a Santiago nella Resistenza e poi militante del Pci, Segna questo distacco il romanzo Memorie di uno scrutatore, ambientato alla Piccola Casa della Provvidenza del Cottolengo di Torino, dove il protagonista Amerigo vede le miserie che si nascondono dietro le elezioni. Allo stesso modo l'Apologo sull'onestà nel paese dei corrotti, racconta di un paese che si reggeva sull'illecito. Simbolo di questo impasse esistenziale è Se una notte di inverno un viaggiatore dove riflette sulle molteplici possibilità della vita attraverso il frustrante tentativo di leggere un libro per cominciarne subito altri, senza mai arrivare alla fine di quello iniziato.

Il ricco cartellone messo a punto dalle biblioteche civiche si apre questo sabato con la mostra Calvino qui e altrove, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e BooksinItaly: esposti documenti d'archivio e dai volumi tradotti, già presi in considerazione da Luca Baranelli ed Ernesto Ferrero in Album Calvino. Seguono altri cinque incontri, per concludere a Villa Amoretti con Estemporanea di pittura con reading, un excursus nei testi calviniani, a partire dai Sentieri dei Nidi di ragno, un brano del quale è stato assegnato per l'analisi del testo ai ragazzi all'ultima Maturità.