Ad una settimana dall'uscita nelle sale cinematografiche italiane e piazzatosi al terzo posto nella classifica dei film più visti, "The Boy", horror/thriller del regista statunitense William Brent Bell (Stay Alive, L'altra faccia del Diavolo e La metamorfosi del male), non delude certo le aspettative del pubblico, anzi è piacevole e causa di più di qualche salto sulla poltrona. Tralasciando il fatto che praticamente da sempre le storie di bambole possedute da anime inquiete riscuotono un grande successo, la trama è presto dipanata. Trattasi dell'arrivo in Inghilterra dalla lontana America di una giovane ed avvenente babysitter, Greta Evans, alias Lauren Cohan,una dei famosi protagonisti della serie cult sugli zombie intitolata "The Walking Dead".

La ragazza ha il compito di accudire Brahms, il figlio di otto anni dei benestanti coniugi Heelshire, scoprendo poi con preoccupazione mista ad ilarità, che il bambino in questione è in realtà un inquietante bambolotto a grandezza naturale. Fin da subito, la povera Greta e gli spettatori con lei, dovranno fare i conti con un terribile segreto rimasto celato per ben vent'anni, con una forza malvagia e misteriosa che si aggira tra i lunghi e poco illuminati corridoi dell'antica dimora di famiglia, e con lo stesso tormentato passato della ragazza pronto ad angosciare la sua vita un'altra volta. Il film, prodotto dalla Lakeshore Entertainment e distribuito in Italia dalla Eagle Pictures, annovera nel cast restante Rupert Evans, nei panni di Malcolm, uomo di fiducia degli Heelshire che consegna generi alimentari, Jim Norton e Diana Hardcastle, i genitori di Brahms, Ben Robson nel ruolo di Cole, l'ex fidanzato violento di Greta e James Russell che incarna il vero e pericoloso Brahms.

La recensione di The Boy

The Boy, a giudicare già dall'inizio della pellicola, quando l'ignara sig.na Greta Evans mette piede all'interno dell'enorme e meravigliosa magione degli Heelshire, parte in chiave dichiaratamente gotica, sia per l'ambientazione in cui la villa è situata, immersa nei boschi di uno sperduto paesino anglosassone, sia per la sua architettura di stampo vittoriano.

Il senso di oppressione e tensione prosegue poi con una serie di comportamenti a dir poco "strani"tenuti dai proprietari del maniero: primo fra tutti l'elenco delle regole alle quali Greta deve assolutamente attenersi per poter convivere pacificamente con Brahms, come ad esempio "Non coprirgli mai il viso" oppure "Non lasciarlo mai da solo".

La forza di The Boy, se vogliamo essere sinceri, almeno come impressione introduttiva dell'opera, risiede proprio nello sguardo vitreo degli ipnotici occhi del bambolotto, un guardare allo stesso tempo verso il nulla ma anche verso chi lo osserva, come se questo fantoccio avesse la soprannaturale facoltà di scavare con inarrestabile prepotenza fin dentro l'anima straziata di Greta, alla ricerca delle sue più grandi paure per servirsene a proprio piacimento. Altro aspetto rilevante è che si pensava che The Boy fosse soltanto un bell'horror e che continuasse su quei binari, come un treno sparato a velocità massima da un oscuro potere ectoplasmatico: invece avvicinandosi sempre di più alla sua conclusione, ecco che vira inaspettato verso il thriller e il colpo di scena che nonci si aspetta, quello riempito dalla sagoma in carne ed ossa ed adulta del Brahms autentico, folle, furiosa e deturpata figura che si sostituisce al piccolo comprimario di porcellana, per trattenere tra le sue umane e solide braccia l'amata tata Greta.

Dal punto di vista tecnico-narrativo infine, The Boy è retto da una buona sceneggiatura, arricchita da movimenti di macchina (zoom in avanti, carrellate laterali, carrelli a seguire ecc.)e inquadrature (primo piano del volto inespressivo di Brahms e primissimo piano dei suoi occhi da brivido ecc.)realizzate in modo convincente e consone al tipo di genere filmico rappresentato.

Voto: 7 1/2