Un sofisticato ma efficace sistema idraulico per fare in modo che aurighi e cavalli, durante le corse, potessero rinfrescarsi. È quanto emerso dagli ultimi scavi archeologici effettuati presso il Circo di Cartagine, sotto la guida dell'Istituto nazionale tunisino per il patrimonio culturale, con la collaborazione dell'Istituto archeologico tedesco. Grazie a questa scoperta è stato possibile risalire ad una pratica adottata nell'antico Impero Romano, di dotare i propri circhi di un vero e proprio sistema di raffreddamento per dare refrigerio ai protagonisti delle esibizioni.

Si tratta di condutture in malta impermeabili, poste nella zona mediana della struttura, che lasciano ipotizzare la presenza di bacini d'acqua. Secondo le prime indagini effettuate dagli studiosi, i lavoratori del Circo di Cartagine, probabilmente immergevano delle anfore in questo spazio, per poi spruzzare acqua fresca verso i carri durante la corsa, per dare un minimo di refrigerio sia agli aurighi, sia ai cavalli. C'è da sottolineare che analoghe strutture sono state rinvenute anche in altri circhi di epoca romana, e ciò avvalora l'ipotesi che, quella di dotare tali edifici di impianti di raffreddamento, fosse una consuetudine piuttosto diffusa nell'Impero Romano. Una testimonianza storica, in tal senso, è data anche da un grande mosaico cartaginese che rappresenta proprio il Circo della città africana, dotato di grandi bacini idrici.

I ricercatori continuano a portare avanti i loro scavi archeologici, che attualmente si sono spostati in altre due aree del Circo di Cartagine: quella in cui si sedeva il pubblico per godersi gli spettacoli, ed un'altra dove sorgono i resti di un edificio punico, raso al suolo proprio per consentire la costruzione del circo.

L'auriga: un mestiere che poteva garantire ingenti guadagni

In epoca romana, le corse dei carri erano molto amate e seguite dal pubblico, infatti all'interno dei circhi spesso si registravano milioni di spettatori provenienti da diverse zone dell'Impero. Quello dell'auriga era un lavoro piuttosto impegnativo ma, allo stesso tempo, se svolto al meglio e se portava vittorie, consentiva ad alcuni protagonisti delle corse di intascare ingenti somme di denaro e di condurre una vita agiata.

Addirittura si stima che un auriga famoso fosse in grado di intascare, per una sola gara, un salario decisamente maggiore rispetto a quello accumulato da un insegnante in un anno di lavoro.

Nel 2005, grazie al ritrovamento di una statuetta di bronzo in Lussemburgo, è stato possibile avere maggiori informazioni sugli abiti indossati da questi particolari atleti. In realtà, la scultura rappresenta un bambino, e questo particolare è stato doppiamente prezioso per gli studiosi, perché si è potuto constatare come, per diventare un auriga di livello, ci si dovesse preparare e allenare fin da giovanissimi. Inoltre, siccome in molti erano stranieri, si ritiene che probabilmente, diventare un protagonista delle gare all'interno dei circhi, fosse anche sinonimo della speranza di ottenere, con le vittorie "sul campo", anche una sensibile ascesa sociale.