Presentato ieri a Roma il film rivelazione 'agnus dei' ispirato alla storia realmente accaduta di sette suore stuprate in un convento polacco negli anni della Seconda Guerra Mondiale. La regista francese, Anne Fointaine, nota come ballerina e poi come attrice, si è ispirata infatti al diario di una crocerossina attiva in Polonia nel 1945 Madeleine Pauliac. Secondo i suoi resoconti di guerra, nella Varsavia del dopoguerra 25 donne erano state stuprate, 20 di loro erano morte e le restanti 5 erano rimaste in 'dolce' attesa. Agnus Dei racconta, quindi, la storia di una dottoressa di nome Mathilde, interpretata dall'attrice Lou De Laage, che durante la notte attraversa pericolosi sentieri pur di raggiungere le suore e aiutarle nel parto.

Spetterà poi ad ognuna di loro vedersi strappare l'infante dalla braccia dopo il riconoscimento dall'abatessa. L'importante, tuttavia, come è chiaro dalla visione del film e specie dalla sua conclusione, è che la vita riesca a vincere sulla morte, che la nascita di un bimbo spazzi via ogni violenza e ogni sopruso.

Fointaine, che ha visitato due comunità benedettine per osservare da vicino il vissuto quotidiano delle suore, afferma: «Il fulcro del film è la spiritualità. M’interessava esplorare il tema della maternità e quello della fede, a volte molto più fragile di quanto immaginiamo». Le vere protagoniste del film sono infatti le donne: dalle suore, caratterizzate da un colorito pallido e da volti senza trucco che si somigliano l'uno all'altro, al personaggio laico di Mathilde.

La loro forza è impressionante: seppure vittime della guerra, trofeo da ostentare, bersaglio di soldati lanzichenecchi, la loro fede e la speranza per un futuro migliore non scompare mai. Ancora oggi, come dimostrano i fatti recenti, le donne scendono nelle piazze polacche per rivendicare i propri diritti, dimostrando - come nel film - di poter essere protagoniste della storia, non solo sue vittime.

"Sarebbe troppo crudele se non ci fosse l’idea del superamento, l’idea che ci si può avvicinare e che due mondi possano avvicinarsi e che non ci sia un’impermeabilità violenta tra il mondo laico e il mondo spirituale: c’è un attraversare insieme, perché è la condizione umana. Queste donne che sono abbandonate a loro stesse daranno la vita senza essere preparate un secondo a essere madri, dunque è il rapporto con la maternità, molto forte in questa storia, è il rapporto essenziale nella vita di una donna.

Dunque il tema è come ci si possa riappropriare della vita malgrado aver subito una violenza di una crudeltà barbara: sono domande e sono inizi di risposte, sarebbe presuntuoso e ingenuo dare risposte confezionate" - così confessa Anne Fointaine.

Il film considerato 'terapeutico' dalla Chiesa

Alla prima visione del film Agnus Dei, prossimamente anche al Cinema, la Chiesa l'ha definito come terapeutico. Questa pagina di storia polacca e cristiana in genere è stata per decenni tenuta nascosta dal Vaticano. La storica Scaraffia così racconta: "ci sono stati ben cinque monasteri durante la guerra in Bosnia con stupri ai danni di suore, ma il Vaticano non ha mai ammesso nulla. Quelle rimaste incinte sono state solo espulse dai loro conventi.

Ma la cosa più grave è che molti di questi stupri avvengono all'interno della Chiesa e da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Quindi stupri e basta". E ancora continua: Spero ora ci siano tentativi di eliminare queste vergogne che saranno però punite solo se verranno alla luce. Sta alle donne farlo, credo sia solo un loro problema". I fatti del 1945, grazie a questo film, vengono ora alla luce ed è, proprio come nelle parole della Scaraffia, una donna a sollevare la questione e a voler far riflettere sul rapporto, segretessimo, tra fede e violenza, tra fede e martenità, tra religione e laicità, che si respira nelle stanze dei monasteri e al di fuori - purtroppo- d'esse.