L'amalgama di Islam radicale e moderato, buddismo, induismo e confucianesimo, nati in aeree geografiche che stanno diventando egemoni nell'economia mondiale, informa la società multietnica. A 5 secoli dalla Riforma Protestante, il laicismo non è più al centro dell'attenzione un Occidente, da tempo secolarizzato. Lo è, invece, l'anateismo: lo scetticismo intorno al sacro, che a volte porta al relativismo, altre al nichilismo.

Se n'è parlato la scorsa settimana per 2 giorni a Palazzo Lascaris in un convegno a cura dell’Osservatorio sul pluralismo religioso, del Centro buddista.

Oltre che di Scientology che ha denunciato abusi della Chiesa. Il fatto è che le scienze delle religioni aiutano a orientarsi in un mondo che cambia.

Il convegno sulle religioni

La scuola torinese del pensiero debole di Gianni Vattimo è ormai superata così come la teoria della morte di Dio proclamata da Friederick Nietzsche in epoca di decadenza. Sabato, il filosofo canadese Richard Kearney ha identificato nell’anateismo la ritrovata credenza religiosa in una condizione di incertezza e di Ricerca. Il dubbio di tipo cartesiano è la condizione di ogni ricerca, ha spiegato, Luigi Berzano, docente del Dipartimento di culture, politica e società dell’Università. Nelle società occidentali prendono sempre più piede gli enoteismi orientali, come l'induismo, con molte affinità con il panteismo che prevede un'unica divinità identificata con la natura.

In realtà nella religione indiana sono venerati molti dei. Il dharma indù è la ricerca soggettiva della purificazione e questa meditazione interiore sta facendo sempre più proseliti. Sulle origini dell’ascesi dei primi mistici e sulla spiritualità moderna ha spostato la riflessione Giovanni Leghissa, docente di filosofia teoretica all’Università.

“La scommessa di ritrovare il divino partendo dall’ateismo è insita nella modernità” ha detto.

Che fare?

Il nichlista che ritiene di poter fare a mano dei valori spirituali, come voleva Nietzsche, ha ora la grande responsabilità di trovare un senso ultimo alla vita umana e cosmica, problema di molti studiosi.

Si tratta, allora, di ritrovare la pietas degli antichi greci e latini, pagani e politeisti.

Poi si è giunti al monoteismo di ebrei e musulmani che ha sostituito ai tanti dei, la credenza in un unico Dio. Da qui le persecuzioni dell'establishment a Cristo e a Maometto.

Un' alternativa laica che consideri la fragilità dell' uomo è l'ecologia. Come scriveva Leopardi nella "Ginestra" è necessaria la solidarietà universale per vincere "il male che ci fu dato in sorte".

Collocare l'uomo nella propria finitezza è sempre stato l'obiettivo dell'esistenzialismo di Sarte, Heidegger e del caposcuola torinese Abbagnano, ma anche di Van Gogh, Dalì, Matisse, Chagall e Kandinsky.

Dal neoilluminismo all'esistenzialismo

Lo ha puntualizzato Massimo Introvigne, decano torinese dei sociologi delle religioni: ”La scommessa cristiana, il Dio straniero e il Dio sconosciuto sono le tre diverse modalità attraverso le quali alcuni artisti moderni e contemporanei hanno affrontato il ritorno di Dio”.

Senza dubbio il confronto tra questi luminari è stato possibile, grazie alla cultura tollerante grazie al clima di tollerante della cultura torinese. La città è stata culla del neoilluminismo di Franco Venturi e Norberto Bobbio che citavano spesso Voltaire e Locke e Hume.

Già per l'esistenzialista ottocentesco Kierkegaard, a un Dio si crede e basta. Al fedeli non occorrono dimostrazione scientifiche. Tuttavia ben vengano oggi i confronti sulla storicità della religioni.