I Depeche Mode tornano alle origini. Lo scorso 3 febbraio è uscito il primo singolo - 'Where's The Revolution' - del nuovo album 'Spirit', disponibile dal 17 marzo dopo tre anni di silenzio della band inglese. Dai primi ascolti (del testo) e al primo sguardo (della grafica della cover) si tratta di un flashback, aggiornato e moderno, dei tempi di 'Construction Time Again' (1983).
Nel nuovo disco un invito alla rivoluzione
Se non nella musica, fattasi negli ultimi anni più d'avanguardia e al limite dello sperimentale (troppo, secondo alcuni fans della prima ora), si tratta di un ritorno all'impegno civile (o politico, visti i tempi), allo schierarsi e scendere in strada. in una parola: un invito alla lotta. Se nel disco dell'83 si ascoltavano canzoni-monito impegnate sul degrado ambientale, sulla condizione umana e sullo sfruttamento (riascoltate 'Two Minute Warning', 'Pipeline', 'And Then...', 'The Landscape Is Changing' e 'Shame'), nel nuovo singolo dei DM anno 2017 si canta: 'Sei stato soggiogato/Ti hanno mentito/Ti hanno nascosto la verità/Chi prende le decisioni, tu o la tua religione?/Il tuo governo, il tuo Paese?...Forza gente, dov'è la Rivoluzione?'.
Un chiaro squarcio sulla situazione socio-politica dei giorni nostri, che svaria dalla crisi economica al terrorismo, un incitamento alla ribellione.
Un ritorno all'impegno come nel disco del 1983
'Sei stato tagliato fuori per troppo tempo - canta Dave Gahan accompagnato da una melodia contro-tempo non facile che entra dentro dopo un paio di ascolti - i tuoi diritti sono stati infangati, i tuoi pareri rifiutati, ti hanno terrorizzato, impaurito e manipolato con le armi...Il treno sta per arrivare, sali a bordo!'. Un convoglio, quello dei Depeche, che viaggerà per 'far salire in carrozza' il pubblico di ben 21 Paesi lungo un tour mondiale che toccherà anche l'Italia a giugno (il 25 a Roma, il 27 a Milano e il 29 a Bologna).
Un impegno, quello manifestato nel nuovo singolo, che si riconosce anche nella grafica del nuovo album realizzata dal fedele Anton Corbijn: stivali marcianti e bandiere in corteo in un disegno che allude al dissenso di piazza. Un ritorno all'impegno del disco dell'83 che si evince anche dalla foto promozionale del tour, dove Gahan si appoggia al martello che che l'operaio ritratto da Corbijn sulla copertina dell'album di allora brandiva per rompere le pietre. Siete pronti alla rivoluzione Depeche Mode?