Giovedì 23 febbraio alle ore 21.00 verrà trasmesso su IRIS il film Trainspotting. Si tratta del film che ha raccontato al mondo degli anni ’90 una generazione di ragazzi ormai sconfitti dalla noia del consumismo: un affresco impietoso del tramonto inesorabile di valori e ideali politici che alla fine del secondo millennio affligge la Scozia e tutto l’Occidente. Per vivere intensamente, allora, non rimane che farsi di eroina. Almeno questo è quello che racconta Irvine Welsh nel romanzo da cui il regista Danny Boyle trae la propria opera cinematografica, regalando al cinema britannico e non solo un capolavoro sconcertante ma intenso.

La data in cui l’emittente televisiva decide di programmare il film, però, non è casuale perché proprio giovedì 23 uscirà nelle sale italiane Trainspotting 2: stesso regista, stessi attori, di nuovo in Scozia, di nuovo insieme.

Vent’anni dopo

Venti anni dopo l’uscita del primo film, lo scenario non è molto cambiato: l’Occidente vive un momento di pessimismo e cupezza; gli adulti sono alla ricerca di una speranza che non si basi solo sull’ultimo modello di smartphone; la voglia di esperienze nuove ed esaltanti è la linfa che muove i passi stanchi dei giovani di oggi.

Visto dunque il coincidere di tanti elementi, il regista D. Boyle torna ai suoi amati personaggi Mark, Spud e Sick Boy per raccontarci come la vita per loro sia continuata e che piega abbia preso.

Grazie alla ritrovata presenza sullo schermo di Ewan McGregor e Jonny Lee Miller, cui il tempo ha soltanto aumentato il fascino, lo spettatore si ritrova a domandarsi: sono un drogato? Perché essere dipendenti dall’eroina non è poi molto diverso dalla dipendenza che si ha per il denaro, per il lavoro, per il proprio aspetto fisico, per il proprio status.

Queste dipendenze, però, fanno meno scalpore delle droghe e dell’alcol; sono dipendenze più rispettabili, comunemente accettate e tollerate, ma forse più letali di qualsiasi altra sostanza stupefacente. Un film che interroga lo spettatore, come aveva già fatto vent’anni fa il primo Trainspotting, adatto solo per chi non ha paura di dirsi qual è la sua più grande dipendenza e poi decidere di “scegliere la vita”.