C'era una volta. Difficile proseguire con qualcosa di fantasioso quando il problema è più reale del solito. In realtà la fantasia c'è e riguarda le fake news, create per diletto o per destabilizzare. Poi ci sono gli analfabeti funzionali, che leggono e capiscono una parte della fake news e la condividono su Facebook. Contenuto virale, una bugia ripetuta più volte diventa irrimediabilmente una verità. Quest'ultima matura e diventa un pregiudizio ancor più radicato verso i problemi di sempre di un Paese, raffigurati da una classe politica spendacciona e da un flusso migratorio che cambia volti e culture, ma che rimane sempre un male da estirpare.

Non è un presa di posizione contro chi ha difficoltà a leggere e comprendere, ma un'analisi che rispecchia una situazione complessa. Basta aprire qualsiasi articolo di un quotidiano postato sul web: sotto parte la caccia al voler esprimere la propria opinione, dire quello che si pensa anche se questo non è attinente al testo. Colpe scaricate, rabbia, frustrazione. Se si leggono tutti i commenti si delinea un quadro orripilante della situazione italiana. Il web come veicolo di sfogo, il web che porta a conseguenze gravi. Gravissime. Non è un caso che i populismi abbiano fatto breccia nel numero giusto di persone, non è un caso che la riscoperta di un nazionalismo ormai sepolta sia tornato a galla.

Dall' ars oratoria nelle piazze a spiegare come sia giusta una guerra degli oppressi contro gli oppressori stranieri, al megafono di uno strumento tanto potente quanto letale. Quelli dall'altra parte del mondo sono cattivi e minano la sicurezza. Altro che Nostradamus: quello che ci aveva preso davvero era quel visionario di George Orwell.

Ma questa è un'altra storia.

Il problema delle fake news in Italia

Negli ultimi anni siamo stati abituati alle fake news e a quelle notizie davvero incredibili, difficili da digerire. Troppo pesanti per essere vere, anche perché spesso venivano esasperate, portate all'esagerazione più totale. Ma non fa niente: riguarda un politico che probabilmente prende un super stipendio?

Mi indigno.

Si fa davvero fatica a credere che immagini create con uno dei programmi peggiori di editing abbia una forza virale di condivisione. In ambito giornalistico, per capire se una notizia è vera servono delle fonti. Molte volte sono composte da documenti ufficiali e spesso non bisogna fidarsi nemmeno di quelli. Ora non si pretende che ogni cittadino cerchi tale riscontro in ogni notizia, ma come è possibile dubitare di un documento ufficiale ma dare per verità assoluta un'immagine? E poi si fa a gara a chi la spara più grossa: Laura Boldrini è l'ultima destinataria della mega bufala, con una foto di un'attrice statunitense e una dicitura in cui si accusava l'operato della sorella, collusa con una presunta attività illecita di migranti.

Uno sdegno che ha inondato l'Italia, che ha travolto tutti. Peccato che la sorella era scomparsa per via di una malattia e si occupava di arte e restauro. La stessa presidente della Camera ha lanciato l'iniziativa #Bastabufale, perché la corretta informazione è un diritto di tutti.

L'analfabetismo funzionale, i dati allarmanti

Per definizione, con il termine Analfabetismo Funzionale si intende l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. In poche parole si legge, ma non si capisce cosa si sta leggendo. È pur vero che molti cavalcano l'onda, ponendo l'accento su tematiche troppo delicate e di difficile risoluzione sul web, ma i dati sono davvero allarmanti.

L'analisi dei numeri è davvero difficile da spiegare in poche righe e si rischia di parlare di numeri fuorvianti, ma comunque una persona su cinque rischia di leggere un testo, non comprenderlo e dare vita ad un commento che nella maggior parte delle volte sfocia in insulti gratuiti. E questo porta a rabbia, odio e nella maggior parte dei casi razzismo. Non che il problema dell'immigrazione sia circoscritto a sé e nemmeno si vuole discutere sul dubbio operato di alcuni esponenti politici: bisogna però analizzare in toto la situazione, prima di esprimere un giudizio. Spesso alcune scelte risultano criptiche anche per gli addetti ai lavori, figuriamoci per chi non è esperto in un determinato settore ma vuole comunque esserlo.

La libertà di espressione è sacrosanta, ma bisogna sempre esprimere il proprio pensiero con educazione e nel rispetto delle opinioni altrui. E questo non riguarda l'analfabetismo funzionale, ma una tradizione di malcostume di italica stirpe.