Presentato oggi a Sorrento nell’ambito del Festival del Rinascimento la nuova opera del prof. Alfonso Paolella studioso del Tasso e del Della Corte, “Le incisioni della Gerusalemme liberata (pagg. 667, euro 100; Eidos edizioni)”. E’ un’opera mai realizzata perché tiene insieme le incisioni di tutte le prime edizioni del fortunato poema di Torquato Tasso dal 1584 al 1799. In questo lasso temporale si ebbero 186 edizioni della Liberata di cui 79 illustrate (di queste nel volume di Paolella sono riprodotte ben 39 al netto delle ristampe ed il codice “Mona”).

La ricerca ha un significato che ha a che vedere con il rapporto tra l’opera e la ricezione che ne ebbe il pubblico perché solo le illustrazioni dell’edizione mantovana del 1584 ebbero il crisma dell’accettazione da parte dell’autore.

Solo altre due opere, il Decamerone del Boccaccio e l’Orlando Furioso di Ariosto, ebbero questa vasta ed inconsueta ricezione. Inoltre un'altra peculiarietà dell’opera di Paolella è quella di offrire una singolare occasione per analizzare la storia del gusto nella letteratura e nell’arte figurativa, sia nel ceto borghese e commerciale che tra i nobili delle corti italiane ed europee.

L’opera illustrata, quindi, soprattutto se redatta da famosi incisori e pittori assume un ruolo di divertissement, di ammaestramento, ma anche di testimonianza di gusto.

Tutte le incisioni sono riproposte in versione anastatica e monocromatica, eccetto qualche eccezione. “Il sogno è quello – dice Paolella – di completare il progetto con un secondo tomo che tenga assieme tutte le edizioni della Liberata fino ai giorni nostri”. Paolella è stato anche l’organizzatore delle sessioni tassiane nell’ambito del Festival del Romanticismo svoltosi a Sorrento al Teatro Tasso ed a Villa Fiorentino.

“L’anno prossimo – continua – vorrei proporre di allargare il Festival a tutti i Comuni della Costiera sorrentina ed inserire anche dei seminari sulla figura di Giovanbattista Della Porta che fu scienziato ma anche letterato prolifico ed insigne”. La prima edizione del Festival ha visto come relatori studiosi del calibro di Remo Bodei, Giulio Ferroni, Massimo Ciavolella, Roberto Fendi che hanno delineato la figura di Torquato Tasso anche in relazione ad autori come Montaigne e Goethe che lo consideravano grandissimo poeta, ma incapace di dissimulazione nei confronti del potere.