Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe richiesto nei giorni scorsi un quadro al Guggenheim Museum di New York: il "Paesaggio con la neve" di Vincent Van Gogh, dipinto nel 1888 durante un soggiorno dell'artista ad Arles, in Francia. Nancy Spector, la curatrice del museo, avrebbe rifiutato la richiesta avanzata a nome del presidente da Donna Hayashi Smith, responsabile dell'ufficio del curatore della Casa Bianca.

Il quadro, apparentemente, è troppo fragile per essere spostato. La Spector ha offerto, al posto del Van Gogh, un'altra opera, "America", il water in oro da 18 carati perfettamente funzionante dell’artista italiano Maurizio Cattelan.

America: un wc da un milione di dollari

Il water è stato esposto in questi mesi nel bagno del quinto piano del Guggenheim Museum, e gli spettatori sono stati anche invitati ad usarlo.

L'opera rappresenterebbe una critica agli eccessi della società americana moderna. Alcuni sostengono che Cattelan abbia avuto una sorta di premonizione in merito all'elezione di Donald Trump, anche se l'artista ha chiarito che difficilmente avrebbe potuto averne un qualunque indizio.

Per spiegare la sua opera, avrebbe fatto notare: "Che tu mangi un pranzo da 200 dollari o un hot-dog da 2, i risultati sono gli stessi, toilet-wise". L'artista veneto avrebbe tratto ispirazione dalle disuguaglianze economiche, e la sua particolare "scultura" si inserirebbe nel ciclo avviato da Marcel Duchamp nel 1917 con la sua "Fontana", e proseguito da Piero Manzoni nel 1961 con la sua "Merda d’Artista". Quella di Cattelan, ad oggi, viene considerata una delle opere più interessanti e, secondo alcune stime, sarebbe costata circa un milione di dollari.

Cattelan, del resto, è tra gli artisti italiani viventi che vantano le opere più quotate: quella senza titolo che rappresenta l’artista stesso mentre sbuca da un buco del pavimento, è stata venduta per 8 milioni di dollari dalla casa d’aste Sotheby's nel 2010.

Dunque, perché l'offerta della curatrice del museo newyorkese pare essere irriverente e quasi una mancanza di rispetto verso il presidente degli Stati Uniti?

Il problema non sta nel rifiuto in sé, quanto piuttosto nell'offerta fatta dalla Spector. Se, negando il paesaggio richiesto, il museo avesse offerto un qualsiasi altro Van Gogh o altri suoi contemporanei, la notizia non avrebbe avuto nulla di eclatante. Ma la dirigente si è più volte dichiarata contraria alla politica di Trump, e probabilmente al Guggenheim hanno colto l'occasione per esprimere il loro disappunto in un modo poco celato.

Il concetto di arte e l'esperienza estetica

L'errore che non dobbiamo fare, però, è relegare l’opera "America" in una semplice provocazione scherzosa anti-Trump. Il wc d'oro, infatti, è stato ideato ben prima della candidatura del magnate statunitense alla Casa Bianca, e solo in seguito - nel settembre 2016 - il museo l'ha legata alla figura del tycoon, scrivendo che "(…) l’estetica di questo 'trono' non ricorda nulla di più che gli eccessi dorati delle iniziative immobiliari e proprietà di Trump".

A fatica si va oltre l'idea comune del wc come una delle cose più lontane da un'opera d'Arte. La visione di un oggetto comune, com'è già successo con la "Fontana" di Duchamp o la "Tomato Soup" di Andy Warhol, ci allontana dalla sfera intoccabile delle classiche manifestazioni artistiche

Ma, tralasciando la natura dell'opera - e in più il fatto che non sia un'opera qualsiasi - e concentrandoci sul suo statuto ontologico, la domanda che sorge è semplice: perché consideriamo un quadro di Van Gogh più degno, in una qualche maniera, di essere elevato al rango di arte, piuttosto che una qualsiasi scultura di Cattelan?

Hannah Arendt e il problema dell'uso

Nella "Crisi della cultura", Arendt pone una distinzione fondamentale: quella tra gli oggetti di consumo e utilizzo, e gli oggetti d'arte. La differenza tra i due sta essenzialmente nella durata della loro esistenza. Per i primi, si tratta di una durata ordinaria, mentre per i secondi di un'immortalità potenziale.

Dal punto di vista della longevità, le opere d'arte sono superiori a qualsiasi altro oggetto creato dall'uomo: esse sono create per-il-mondo, sono mondane. E soprattutto, non devono avere alcuna funzione all'interno della società. Per essere considerate arte, devono trascendere qualsiasi impiego, stare lontane dalla sfera delle necessità degli esseri umani.

Questa circostanza, però, non sempre si verifica nell'arte moderna, e soprattutto si oppone completamente all'idea di base che c'è in "America".

Non solo l'opera si dovrebbe utilizzare, ma in più per una delle necessità umane più "basse". Questo ci impedisce di attivare nei riguardi della scultura lo stesso atteggiamento che avremmo davanti a "Amore e Psiche" di Canova. Tuttavia, questa condizione, invece di essere un problema, è uno degli obiettivi. Il ruolo dell'arte è cambiato: se ci comportassimo davanti ad "America" come dinanzi a "Amore e Psiche", ci sarebbe qualcosa che non andrebbe per il verso giusto. Ma com'è cambiato lo statuto dell'arte?

Hegel: l'arte come cosa del passato

Già Hegel, tra il 1828 e il 1829, nelle sue lezioni di estetica aveva decretato che il periodo dell'arte "bella" fosse ormai finito; il bello non è più affare dell’arte, e quest'ultima è ormai una cosa del passato.

La proporzione, l'imitazione della bella natura e il bello, sono cose che non troviamo più nell'arte contemporanea e moderna, che in realtà non le appartengono più.

Van Gogh è e rimane una cosa del passato. Un'arte che non ha né più né meno rispetto a quella moderna, perché entrambe, se contestualizzate, rispettano esattamente i canoni imposti dal loro periodo di produzione. L’opera di Cattelan è arte perché richiama i canoni dissacranti, irriverenti e di denuncia degli eccessi della società moderna che oggi ricerchiamo proprio in questo tipo d'arte. Inoltre assume in sé anche la contraddizione che caratterizza l'arte stessa: quella di voler essere un emblema di denuncia di questi eccessi, essendo a suo tempo un eccesso.

Basti pensare al fatto che il wc sia realizzato in oro, al suo costo di realizzazione e, infine, al prezzo di vendita completamente arbitrario delle opere d'arte moderna. Un esempio? Il "Balloon Dog" di Jeff Koons venduto per 58.4 milioni di dollari.

Contraddizioni ed estetica

L’opera di Cattelan esprime tutte queste contraddizioni esattamente come quelle di Manzoni e Duchamp. Entrambe hanno raggiunto fama e un prezzo di vendita ben al di sopra di ogni logica, che Manzoni stesso voleva dimostrare con il suo gesto. Si tratta di una sorta di auto-denuncia e, con Cattelan, di una dissacrazione dell'arte che troviamo nel suo utilizzo.

Il giudizio estetico puro di E. Kant, per esempio, si basa sul disinteresse che si prova nei confronti dell'esistenza o della non-esistenza dell'opera d'arte; ciò che importa è il piacere del bello totalmente disinteressato che si prova davanti alla rappresentazione dell'oggetto; poco male che questo esista oppure no.

Ma ciò valeva quando ancora l'arte aveva come obiettivo il bello, e l'estetica era appena nata. Ora non più: il fatto che l'opera d'arte sia utilizzabile o meno, non tocca il suo valore in quanto tale.

"The Floating Piers", l’installazione gigante sul lago d'Iseo di Christo, era un'opera artistica che permetteva allo spettatore di camminarci sopra; cosa che decisamente non si potrebbe fare nel caso del "Paesaggio con la neve" di Van Gogh.

Questa provocazione da parte del Guggenheim ci dovrebbe, dunque, permettere di andare al di là della provocazione stessa, e di accettare che l'idea di arte sia cambiata, e che ora opere come "America" meritino questo stesso titolo, tanto quanto un Van Gogh.

Trump, quindi, accettando "America", non solo si sottrarrebbe almeno in parte a questa poco celata presa in giro, ma otterrebbe anche quella che è effettivamente un'opera d'arte, nel vero senso del termine.

Non potendo avere il Van Gogh appeso al muro, avere "America" nel bagno degli appartamenti della White House potrebbe essere una consolazione, e sarebbe in linea con la passione di Trump per l'oro. E in ogni caso, per citare Cattelan: "Qual è il senso della nostra vita? Tutto sembra assurdo finché non moriamo e allora tutto acquista un senso".