1962, piena guerra fredda, Elisa Esposito è l'addetta alle pulizie di un ufficio dove si svolgono inquietanti esperimenti. Tra questi vi è quello condotto su di una misteriosa quanto affascinante creatura anfibia, venerata come un dio e dalle sembianze umanoidi. Questo è l'incipit de "La forma dell' Acqua", l'ultima fatica di Guillermo del Toro, un film che sarebbe destinato a entrare di diritto nei polverosi scaffali della fantascienza di culto, se non fosse per una pesante accusa di plagio che pende sull'opera.
Il successo di critica
Pensare che i commenti dei primi spettatori (il film è nelle sale italiane dal 14 Febbraio) sono stati entusiastici. Del resto vi era da aspettarselo vista l'accoglienza della critica che gli ha consegnato il Leone d'oro come miglior film nella 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e quello per la miglior regia ai Golden Globes 2018. Addirittura in Italia, una lunga recensione apparsa questa estate sul sito cinematografico Mymovies.com e firmata Marzia Gandolfi lo definiva: "un'opera dalla portata estetica morale esemplare che rinnova le affinità tra l'uomo e il mondo marino".
Sottolineando quello che è forse l'aspetto centrale del film, quel legame profondo che da sempre lega il Cinema all'acqua e alle sue profondità dove si nasconderebbero le emozioni più recondite.
La Trama e il cast
Sentimenti, come quelli provati dalla protagonista, Elisa, una donna affetta da mutismo che nella sua vita di eroina solitaria, si troverà a stringere un rapporto tanto forte con l'essere, al punto di decidere di tenerlo con sé, nella vasca da bagno di casa propria, sfidando in tal modo la duplice minaccia - un intrigo internazionale - dei russi e del governo americano. Quest'ultimo impersonificato dal perfido colonnello Richard Strickland (Michael Shannon) in opposizione al più magnanimo dott.
Robert 'Bob' Hoffstetler, in realtà la spia russa Dimitri. che, capite le intenzioni della donna e i suoi sentimenti nei confronti del "mostro", con il quale nel frattempo la nostra ha persino rapporti sessuali, decide di tendergli una mano, trovandosi così ad essere minacciato dal suo stesso governo.
In una corsa contro il tempo per dare all'uomo-anfibio (che è interpretato da Doug Jones, famoso in america anche come contorsionista) la libertà troverà spazio un finale tutt'altro che scontato. Per la Hawkins, del resto, quella propostagli da Del Toro è sembrata fin dal principio «La sceneggiatura più bella che abbia mai letto».
Let me hear you whisper e le accuse di plagio
A complicare le cose per un film che sembrerebbe essere scritto per far parlare a lungo di sé ci si è messa un'altra, l'ennesima di questi tempi, accusa di plagio.
A pagarne le spese potrebbe essere lo stesso Del Toro che, assieme alla Fox e al produttore Daniel Kraus, sarebbero stati effettivamente denunciati dal figlio del premio Pulitzer Paul Zindel. Il quale li accusa di aver palesemente copiato il soggetto di Let Me Hear You Whisper, letteralmente "fammi sentire che respiri", romanzo in cui una più attempata donna delle pulizie cura un delfino dell'American Biological Association per lo sviluppo delle tecniche cerebrali e con il quale finisce per avere un rapporto di vicinanza molto forte. Helen, questo il nome della protagonista, finirà infatti per instaurare col mammifero marino una particolare forma di comunicazione orale che la porterà a criticare aspramente l'azione degli scienziati del laboratorio, i quali vorrebbero compiere angherie sul cetaceo per studiarne il cervello.
Alle accuse rivoltegli, comunque, gli autori de "la forma dell'acqua" hanno risposto insinuando il dubbio che ci sia un legame tra queste ultime e le prossime premiazioni degli Oscar, che avverranno tra solo due settimane e nelle quali il film di Del Toro è stato nominato in ben 13 categorie.