La Cultura è un crocevia obbligato della "polis" poiché rappresenta il fattore caratterizzante delle identità territoriali, perfino se restasse latente, trascurato, ignorato. Sarà per questo che il ministro della Cultura Dario franceschini giovedì ha scelto una Rovigo abbondantemente innevata per far visita al Museo dei Grandi Fiumi, una realtà storico-artistico-culturale che merita di essere riscoperta per i tesori custoditi relativi alla Civiltà di Frattesina insediata lungo le rive del Po fra il XII e IX sec. A.C. nell'epoca databile come "Età del Bronzo".

I reperti mostrano i resti di un villaggio e di una necropoli e nel prossimo aprile si svolgerà il convegno internazionale che celebrerà i 50 anni della scoperta dell'antichissimo insediamento antropico. "Borghi, città d'arte, paesaggio - ha affermato Franceschini - sono elementi preziosi del patrimonio culturale del quale l'Italia è ricca. L'ingresso gratuito la prima domenica del mese ha, inoltre, aumentato in modo esponenziale le visite al museo per famiglie, ragazzi, singoli cittadini e quest'aspetto è rilevantissimo perché il Paese deve investire nella formazione culturale. Portare un numero maggiore di ragazzi al museo significa, infatti, innescare un circuito di interesse anche per cinema, musica, teatro, rivitalizzando il valore della cultura e della cittadinanza".

Il grande fiume artefice di sintesi culturali fra territori

Il Po ed il suo Delta abbracciano più confini interregionali che, come ha osservato il ferrarese Franceschini, non sono facilmente distinguibili sotto il profilo geografico essendo sottoposti ad una definizione prevalentemente giuridica. Vicinanza geografica e osmosi storico-culturali si mescolano fra Rovigo e Ferrara, tanto che il ministro appoggia lo sviluppo di un progetto turistico che abbina il Ducato Estense ferrarese ed il Polesine.

La vocazione più profonda della Cultura dovrebbe essere, infatti, pancronica, in grado di superare i tempi e di attualizzare potenzialità che innervano in modo endogeno comunità e territori. Guardando al futuro prossimo il Po resta al centro di importanti iniziative. "Alla fine della legislatura - ha chiarito Dario Franceschini - è stato approvato l'emendamento nella legge di bilancio che assegna al Parco unico del Delta del Po, non più diviso fra Rovigo e Ferrara, la funzione di volano turistico collocabile nello scenario internazionale.

Il Parco del Delta padano per caratteristiche naturali e capacità di attrazione turistica è simile alla Camargue francese, includendo il profilo dell' economia sostenibile e della tutela ambientale".