“Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale”. Questa frase tenacemente ripetuta per una vita intera, racchiude in sé la sintesi dell’ideale al quale Sandro Pertini ha dedicato l’intera sua esistenza di socialista, partigiano, detenuto, confinato, combattente, giornalista, uomo politico e infine presidente della Repubblica: il più amato dagli italiani.

Ispirato al libro "Il combattente. Come si diventa Pertini" di Giancarlo De Cataldo, scritto e diretto dallo stesso De Cataldo insieme a Graziano Diana e distribuito da "Altre Storie", dal 15 marzo arriva al Cinema Pertini - Il combattente, bel documentario che ne ripercorre la vita e il pensiero; per ammissione degli stessi autori, senza pretesa di completezza, poiché è impossibile circoscrivere Pertini all’interno di un documentario, lui spinge e corre via.

Come è altrettanto difficile rinchiudere nel tempo di una pellicola la vastità di un secolo così complesso e importante come è stato il Novecento, attraversato quasi per intero da Sandro Pertini (1896 – 1990). L’intento principale degli autori è infatti un altro, ovvero quello di far conoscere ai giovani di oggi il messaggio di uno amato dai giovani.

Pertini, il combattente

Il documentario è un collage di racconti e aneddoti corredato da testimonianze illustri di politici, storici, magistrati, ma anche di persone provenienti dal mondo dello sport e dello spettacolo. Le immagini sono accompagnate dalle tante canzoni dedicate al presidente Pertini, celebrato tra gli altri in chiave pop da Antonello Venditti, Toto Cutugno e gli Skiantos.

Ai filmati d’epoca è associato il linguaggio recente della graphic novel animata (l’animazione del film è a cura di VFX Palantir Digital) con i richiami al celebre fumetto avatar di Pertini creato da Andrea Pazienza nei primi anni ’80, quando Sandro Pertini era ottantenne. Pazienza vedeva in lui "L'ultimo esemplare di una razza di uomini duri ma puri come bambini”.

Pertini, oltre i limiti delle formalità istituzionali

Sandro Pertini è stato presidente della Repubblica dal 9 luglio 1978 al 29 giugno 1985.

Uomo incorruttibile e severo, ma anche ironico e schietto, con la sua inseparabile pipa compagna di meditazione in una nuvola di tabacco, si spinge oltre i limiti delle formalità e per primo esce fuori dagli schemi ingessati del suo ruolo.

La gioia al gol di Tardelli al Bernabeu diverrà uno dei pezzi di archivio più celebri della Rai. E sull’aereo che riporta a casa gli eroi di Madrid gioca a scopone con Dino Zoff, Franco Causio e Enzo Bearzot, altra figura di famoso italiano fumatore di pipa. Tra i due è infatti celebre la gag con il Presidente che accusa pubblicamente il Ct di fumare delle "pipacce".

C’è un nuovo Pertini?

Senza scorta partecipa da comune cittadino ai funerali di Walter Rossi di Lotta Continua.

Senza politicismi e fronzoli tuona alla nazione il suo grido di accusa per la lentezza dei soccorsi dopo il terremoto in Irpinia (1980), e durante il periodo dello scandalo petroli per paura delle microspie scende dallo scranno della Camera per incontrare nei locali lavanderia gli uomini che indagano sul caso. Pertini che piange per le mazzette al Psi.

Come fanno osservare gli stessi autori del documentario, Pertini è eletto presidente di un paese ai minimi termini nel 1978 e ne consegna un altro: “L’Italia dei primi anni ‘80 è la quinta potenza industriale del mondo”. Ma forse soprattutto, giace nella memoria degli italiani come il politico più onesto e giusto. C’è un nuovo Pertini?