Raffaele Andrea Viscuso è un poliedrico songwriter che ha partecipato, in qualità di autore e compositore, alla realizzazione di album nei quali compaiono celebri firme della musica italiana, tra cui quella di Mogol. Ha pubblicato per diversi editori discografici fra cui Warner Chappell e RTI Mediaset, e ha composto canzoni per artisti eterogenei: da nomi storici come Bobby Solo, a giovani esordienti che si sono esibiti su palchi prestigiosi quali Amici di Maria De Filippi, Io canto, Castrocaro e Sanremo Giovani. Proprio sul palco dell'Ariston, quest'anno, si sono esibiti Alice Caioli e Leonardo Monteiro, giovani esordienti per cui Viscuso ha scritto diversi brani.
Per Leonardo Monteiro è autore e compositore del nuovo singolo intitolato "Fatto di Te" per l'etichetta discografica NAR International, e co-autore di altri due brani contenuti nell'album di prossima uscita; per Alice Caioli è co-autore del pezzo "Otto Passi" pubblicato su Ep "NegoFingoMento", edito da Rusty Records e Warner Chappell Italia.
Oltre a lavorare come autore, Raffaele Viscuso si occupa della produzione artistica di talenti che segue nel loro percorso di crescita. Tra questi il sedicenne Andrea Settembre, con il quale ha iniziato un'attività di collaborazione nel 2013 con la canzone "Lasciami cadere", inserita nel Cd della trasmissione "Io canto".
Nei prossimi mesi uscirà anche il nuovo lavoro discografico di Giovanna D'Angi, frutto della produzione dello stesso Viscuso.
Per questo album, i brani sono stati scritti e composti insieme ad altre note firme del panorama autorale italiano, con autori che hanno scritto per Mina, Morandi e Gazzè.
Intervista a Raffaele Andrea Viscuso
Chi è Raffaele Andrea Viscuso?
Una persona semplice, allegra, innamorata della vita e dell'arte in tutte le sue manifestazioni.
Potrei restare ore davanti ad un quadro o ad ammirare una coppia di ballerini. Per me non esiste solo la musica, anche se con lei condivido la maggior parte del mio tempo.
Qual è il percorso che ti ha portato ad avvicinarti alla musica?
Ho sempre amato la musica e "consumato" montagne di LP e CD. Successivamente, alle scuole superiori, dei miei compagni di classe crearono una band e mi chiesero di cantare.
Da lì in poi un crescendo, iniziai ad imparare la chitarra per potermi accompagnare, poi è diventata la mia compagna per scrivere le canzoni, un modo per tirare fuori quello che avevo dentro. Per moltissimi anni è stato solo un hobby, mi sono laureato in Economia e Commercio, ho intrapreso una carriera lavorativa "normale". Pensavo sarebbe bastato suonare qualche ora alla settimana, invece, poi, col tempo, sentivo sempre più forte l'esigenza di dedicargli più spazio.
Ci sono degli autori che hanno avuto o che hanno influenza sul tuo modo di scrivere?
Ascolto generi molto diversi, non solo pop, ma sicuramente nello scrivere canzoni sono stato influenzato da diversi artisti, sia italiani che stranieri, dagli U2 a Ligabue, da Lenny Kravitz al vecchio stile di Carmen Consoli, anche se in me scorre il fuoco del rock dei Led Zeppelin e le sonorità psichedeliche dei Pink Floyd.
Da anni, comunque, ascolto e "analizzo" tutto quello che passa in radio, per fare questo mestiere devi stare attento alle "mode".
Come potresti descrivere il tuo modo di comporre?
Poliedrico, dovendo scrivere anche su "richiesta" e collaborando per artisti molto diversi. Essere camaleontico è un pregio, ma è soprattutto una cosa molto divertente e stimolante. Ad esempio ho collaborato alla realizzazione di due brani del prossimo album di Santi Scarcella, un bravissimo jazzista con influenze sudamericane: con lui abbiamo scritto canzoni in cui ci sono diverse variazioni tonali, metronomiche, oltre ad arrangiamenti e testi veramente "estremi". Nel pop, nel mainstream di oggi, è molto difficile che questo tipo di scrittura venga accettato.
Qualche progetto per il futuro?
Sì, ce ne sono diversi: alcuni usciranno a breve, per altri si aspetterà il momento giusto. Il progetto di un artista o una singola canzone da affidare al miglior interprete sono cose alle quali tengo tantissimo, quindi spesso è meglio attendere anziché far uscire qualcosa subito ma che poi non andrà da nessuna parte. Ci sono dei meccanismi e delle persone che devono lavorare correttamente per far funzionare un progetto.
Oltre a comporre, ti occupi anche di produzione artistica per i giovani talenti, quando è iniziata quest'attività e perché?
Quando ero più giovane, dopo aver scritto il testo e la musica (intesa come linea melodica su giri armonici), lasciavo che l'arrangiatore completasse l'opera.
I risultati a volte erano eccellenti, altri meno. Lo stesso avveniva per l'interpretazione vocale del brano. Crescendo, ho preferito seguire tutte le fasi della produzione artistica per prendermi maggiormente cura della mia "creatura": per fare un parallelismo, è come se una madre partorisce e poi lascia il figlio in balìa di se stesso e degli eventi. Nella maggior parte dei casi, è meglio se un genitore "cresce" il figlio dandogli consigli, supportandolo, valutando insieme a lui in quale scuola iscriversi, ecc. Ho iniziato a far questo per le mie canzoni, poi è diventato naturale farlo anche con i ragazzi che interpretavano i miei brani. Negli anni ho avuto moltissime soddisfazioni. La cura del particolare ti porta a realizzare un prodotto di alta qualità e in un mercato così concorrenziale come quello musicale, fare la differenza è fondamentale.
Hai scritto la canzone "Fatto di te" per Leonardo Monteiro: hai mai vissuto un amore così?
Sì, assolutamente. Nei testi delle mie canzoni ci sono spesso dei riferimenti a delle emozioni che ho vissuto personalmente... poi a me piace giocarci sopra, inserendo anche esperienze che magari mi hanno raccontato amici o che mi hanno colpito in un film o in un libro, oppure inserire anche una mia visione della vita. In "Fatto di te", ad esempio, c'è una frase che dice "ti ho incontrato solo ieri ma sicuramente ci amavamo già, in altre vite mille anni fa". All'interno di una canzone leggera e divertente ho inserito una frase in cui si fa riferimento al concetto della reincarnazione. Credo sia capitato a tutti di incontrare per la prima volta una persona e di aver avuto la sensazione di conoscerla da sempre; alcune filosofie orientali spiegano questo con la metempsicosi, perché magari in altre vite erano amici, moglie e marito o genitore e figlio.
Mi piaceva inserire un elemento di riflessione anche in un brano leggero.
Hai scritto canzoni per grandi artisti come Bobby Solo e per giovani talenti come Leonardo Monteiro e Alice Caioli: se e come è cambiato negli anni il modo di fare musica?
La musica è sempre in evoluzione e sarà sempre così, fa parte dell'ordine naturale delle cose. Ci sono sempre più influenze, commistioni di genere, e questo è bello e stimolante per chi scrive. Oggi il modo di cantare e di scrivere credo che si è spostato molto sul ritmo. Viste le influenze R'n'B, rap e reggaeton che sono diventate comuni anche in Italia.
C'è chi sostiene che i talent-show abbiano sottratto qualità ai testi per lanciare solo brani commerciali, facilmente vendibili: qual è la tua posizione in tal senso?
I talent permettono di far conoscere nuovi talenti e di portare la musica in Tv, quindi personalmente li vedo come una cosa positiva. Non credo ci sia una relazione tra la qualità dei testi e i talent; semmai ci sarebbe bisogno di maggiori spazi, sia per i giovani che cantanti (ci sono più soap opera che programmi musicali in televisione), che per i songwriters, dato che molti editori discografici spesso dedicano poco tempo all'ascolto di nuovi autori. La motivazione di questa situazione credo si trovi nel calo delle vendite, che ha portato, conseguentemente, ad una riduzione degli organici e quindi anche del personale preposto agli ascolti.
Dalla musica al calcio: sei anche co-autore dell'inno celebrativo dell'Atalanta.
Quali sensazioni ti ha dato questo ruolo inedito?
Il calcio mi piace anche se non sono un tifoso. Scrivere un inno per una società calcistica di Serie A sicuramente mi ha fatto molto piacere, poi quando ho visto il videoclip devo dire che mi sono emozionato tantissimo. Ci sono delle scene stupende, e dai commenti che ho letto su Facebook e da alcuni blog dedicati, il brano è piaciuto tanto anche alla tifoseria. Quindi se lo scopo dell'arte è emozionare, direi che abbiamo fatto centro, anzi Gol!
Nelle vesti di produttore, segui soprattutto giovani talenti: quali requisiti deve avere per te un cantante per essere un potenziale artista?
In primis la testa sulle spalle. Ho conosciuto molti ragazzi pieni di talento ma assolutamente inaffidabili.
Credo che si debba capire che questo è un lavoro come un altro, sicuramente bellissimo, creativo, ma non si può pensare che sia un gioco. Il cantante è solo la punta di un iceberg, ma dietro ogni artista c'è un team di persone che lavora e che è fondamentale per la realizzazione di certi progetti. Se non ci si relaziona con gli altri collaboratori con serietà e professionalità diventa tutto più difficile, magari Mick Jagger si può permettere qualche atteggiamento fuori dal coro, ma soprattutto chi inizia deve avere umiltà e spirito di sacrificio. Tra l'altro ho avuto modo di conoscere tanti grandi artisti e devo dire che la loro "grandezza" era proporzionale all'umiltà. Come secondo requisito direi la personalità.
Non sempre una voce pazzesca riesce a farti accapponare la pelle: ci sono doti che sono innate, su molte altre ci si deve lavorare per migliorarle.
C'è una canzone, un brano al quale sei particolarmente legato?
Ce ne sono diversi, fare un elenco sarebbe pleonastico. Ci sono state canzoni che mi hanno accompagnato per settimane in auto, ma ovviamente lo stato d'animo cambia così come la traccia che ascolti.
Ti vedi meglio nelle vesti di autore/compositore o di produttore/talent-scount?
Mi piace vestirmi bene anche con abiti diversi! Scrivere canzoni e seguire la produzione artistica di un cantante sono due cose differenti, ma che hanno tante analogie. I contatti con gli editori, la professionalità dei miei collaboratori e l'esperienza che ho accumulato negli anni mi permettono di svolgere con la giusta lucidità questo tipo di impegno. Entrambi i ruoli sono sfidanti e a me piace vincere.