Frankie Hi NRG è tornato a parlare, in maniera sostanzialmente critica, dell'attuale scena Rap italiana. Il rapper torinese, che in passato ha scritto pagine sicuramente importanti nella storia dell'hip hop italiano – basti pensare ad una vera e propria pietra miliare del genere come 'Quelli che ben pensano' – già nel recente passato aveva espresso pareri non esattamente lusinghieri nei confronti di molti artisti della nuova scena rap/trap italiana.

Durante una recente intervista, concessa al noto web magazine Rockol, l'artista si è lungamente soffermato nel sottolineare le innumerevoli differenze di attitudine, stile, immaginario e ideologia che contraddistinguono le produzioni artistiche degli attuali nomi di grido della scena hip hop, rispetto a quelle del passato.

Il rapper non ha fatto di tutta un'erba fascio, ha infatti ammesso che nell'attuale, vastissimo e più che mai variegato, panorama del rap italiano, esistono sicuramente delle penne di spessore, citando esplicitamente il concittadino e collega Willie Peyote, ma è anche arrivato ad affermare una frase inequivocabile come per 'Ogni Willie Peyote ci sono 10 Sfera Ebbasta'.

Frankie salva solo Wille Peyote, ma critica la trap

Secondo l'artista l'obiettivo dei rapper di oggi sarebbe semplicemente quello di compiacere il più possibile gli ascoltatori, dare loro quello che vogliono. "La maggior parte dei rapper di oggi dice soltanto quello che i fan vogliono sentirsi dire, i rapper mainstream sono 'consolatori', per nulla aggressivi [...] d'altronde è quello che il pubblico vuole" ha dichiarato il rapper, che ha poi proseguito con queste parole: "Uno come Willie Peyote merita, non dico che non ci siano, anche al giorno d'oggi, degli artisti di spessore. Credo però che il trend attuale sia quello del disimpegno. Per un Willie Peyote ci sono 10 Sfera Ebbasta, 10 Dark Polo Gang, 10 Tedua.

Che Tedua poi è uno dei meno peggio. Anche Ghali per quanto mi riguarda era interessante, ma ora pure lui si è immerso nel mainstream, e si è perso".

'I tempi per un ritorno del rap di protesta non sono ancora maturi'

Il rap di protesta, quello da battaglia, quello delle origini, il rap 'contro' per definizione è dunque morto ? Secondo Frankie Hi NRG per certi versi sì: non si tratta di un processo irreversibile, ma secondo il rapper torinese i tempi per un ritorno a quel tipo di approccio artistico non sarebbero ancora maturi, queste le sue parole:

"Gli ascoltatori, quando io ho iniziato a fare musica, avevano ben altre esigenze, come ad esempio quella di sentir rappresentata dalla musica la propria rabbia, la propria indignazione.

Il pubblico voleva sentirsi parte di un qualcosa [...] i tempi per un ritorno a quell'attitudine non sono ancora maturi. Bisognerebbe dire basta a chi ci racconta nei pezzi delle sue vacanze sul litorale romano, chiedendo contenuti veri".