Stephen Hawking è deceduto il 14 marzo di quest'anno, ma poco prima di morire nel suo A Brief Answers to the Big Questions, è riuscito a rispondere alle 10 più grandi domande che si è posto nel corso della sua vita e dei suoi studi. Nel Regno Unito il nuovo libro uscirà oggi, 16 ottobre 2018, ma per la data di pubblicazione di un'eventuale edizione tradotta in italiano non ci sono ancora notizie. Nel testo lo scienziato ripropone le domande poste in A Brief History of Time pubblicato nel 1988, ma questa volta con una risposta. Inoltre espone anche alcuni timori rispetto al futuro dell'umanità.

Le 10 domande del Professor Hawking

Le domande che il Professor Hawking si è posto in A Brief History of Time sono:

  • Esiste Dio?
  • Come è iniziato tutto?
  • Cosa c'è all'interno di un buco nero?
  • Possiamo predire il futuro?
  • I viaggi nel tempo sono possibili?
  • Sopravvivremo sulla Terra?
  • C'è altra vita intelligente nell'universo?
  • Colonizzeremo lo spazio?
  • Le intelligenze artificiali diventeranno migliori di noi?
  • Che forma daremo al futuro?

Esiste Dio?

Come riporta il Telegraph, Hawking nel 1988 si limitò a mettere in dubbio l'esistenza di Dio. Nella sua ultima opera l'astrofisico dimostra di avere delle idee molto più chiare riguardo l'Altissimo, rispondendo alla domande posta trent'anni fa, con un secco "No.". Hawking afferma che la creazione dell'universo sia dipesa delle leggi della Scienza e non da qualche entità superiore.

Come riporta Focus il fisico sottolinea che è possibile chiamare le leggi responsabili della creazione del cosmo "Dio", ma non per questo si tratterebbe di una divinità personale che si può incontrare o a cui possano essere posti dei quesiti.

Per Stephen Hawking, quindi non c'è nessun Dio, nessun Aldilà e tantomeno nessun Paradiso.

Le intelligenze artificiali diventeranno migliori di noi?

Quello che più teme Stephen Hawking sono le ripercussioni che le AI possano avere sulla razza umana. L'astrofisico è fermamente convinto che le Intelligenze Artificiali con il passare degli anni diventeranno sempre più brave a raggiungere i propri obiettivi e che la corsa alle armi intelligenti va stroncata sul nascere.

A questo proposito Hawking afferma che 'In futuro l'AI potrebbe sviluppare una propria volontà indipendente, in conflitto con la nostra.'.

L'astrofisico, per rendere più semplice la comprensione del concetto, nel suo libro fa un esempio: mettiamo caso che abbiamo la necessità di costruire una diga, e che questa diga debba sorgere proprio nella zona in cui c'è un formicaio. Nonostante noi non odiamo le formiche, non ci faremmo molti problemi ad allagare la tana dei piccoli insetti per perseguire i nostri scopi. Le intelligenze artificiali sviluppandosi, ragionerebbero esattamente in questo modo.

A questo proposito Stephen Hawking lancia un monito 'Cerchiamo di non mettere l'umanità nella posizione delle formiche'.

Sopravviveremo sulla Terra?

Secondo il celebre scienziato, fra un migliaio di anni la Terra sarà inabitabile per via del global warming o di qualche catastrofe nucleare causata da noi umani. Per questo motivo sarà necessario potenziarci.

Coloro che ci riusciranno saranno a tutti gli effetti superuomini che avranno imparato a sfruttare l'editing genetico a loro piacimento per potenziare il loro fisico e le loro capacità cognitive.

Lo scienziato afferma che 'Non abbiamo tempo di aspettare che l'evoluzione darwiniana ci renda più intelligenti e migliori per natura'.

Colonizzeremo l'Universo? Ci sono altre forme di vita intelligenti lì fuori?

Hawking afferma che i superuomini abbandoneranno coloro che non riescono ad essere al passo con loro.

I superuomini a quel punto lasceranno il pianeta e si metteranno in salvo altrove. Li fuori potrebbero esserci altre forme di vita intelligenti che non abbiamo ancora incontrato e che potrebbero mettersi in contatto con noi.

La risposta alle altre domande è contenuta nel volume appena pubblicato.