Il 27 gennaio, data della Giornata della Memoria, è alle porte col suo fardello di dolore e di ignominiose atrocità, quelle tra le più abiette che l’essere umano abbia mai potuto compiere sui suoi stessi simili, nel periodo storico più buio dell’umanità. È dovere imprescindibile della società civile non smettere mai di ricordare, ma accendere più che mai la scintilla della memoria, soprattutto nei più giovani, che devono riflettere su ciò che stato e non deve essere mai più.
Riflessioni sulle Leggi Razziali all'Istituto Giorgi
A tal proposito alcuni docenti dell’Istituto Professionale Giorgi di Lucca, i professori Beniamina Callipari, Diletta Impresario, Maria Rosaria Murolo, Marina Pisani e Riccardo Tovani, hanno organizzato una giornata di riflessione per le classi quarte e quinte della Scuola, prevista per il 24 gennaio prossimo presso il complesso monumentale di San Micheletto, a partire dalla visione del docufilm sulla vita di Erno Erbstein, ex allenatore della squadra di calcio della Lucchese, prima osannato per i suoi trionfi, poi perseguitato dopo la promulgazione delle “Leggi Razziali”.
Erno Erbstein, l'allenatore errante
'L’allenatore errante', questo il titolo del film sul tecnico ungherese, è frutto di un lavoro di ricerca a cura del docente e storico Emmanuel Pesi, per la regia di Pier Dario Marzi. La vita di Erbstein è l’emblema delle persecuzioni senza senso operate dal nazifascismo: un uomo agnostico, di nazionalità ungherese, con figlie cattoliche, colpevole esclusivamente per le sue origini ebraiche. Erbstein e la sua famiglia furono, così, costretti a duri anni di peregrinazioni, alla ricerca di un posto sicuro e in fuga dalla furia della guerra e delle razzie naziste.
Un tragico destino
Quando il sipario calerà sul secondo conflitto mondiale, mister Erbstein tornerà in Italia per trovare gloria alla guida del "Grande Torino", come direttore tecnico, ma dopo aver portato i granata all’apice, con un numero straordinario di successi, un tragico destino lo coglierà il 4 maggio del 1949, quando l’aereo che riportava lui e suoi ragazzi da un’amichevole disputata a Lisbona, si schianterà sulla collina di Superga, non lasciando superstiti.
Tra i resti del velivolo, oltre alle scarpe e alle divise di Mazzola, Loik, Bacigalupo, Rigamonti e ai taccuini di Renato Tosatti, anche una bambola in abiti lusitani, un dono per la figlia di Erbstein che lo attendeva a casa, ultimo segno d’amore di un uomo che di battaglie ne aveva vinte tante dentro e fuori il rettangolo di gioco, un esempio di vita di cui le nuove generazioni non possono non fare tesoro.