"Per favore, non paragoniamo questi scappati di casa a Vasco Rossi", oppure "Menomale che io sono cresciuto ascoltando Vasco, anziché queste schifezze della trap". Sono questi alcuni dei classici commenti che si possono trovare tutti i giorni sotto qualche post Facebook o Instagram, dove ascoltatori di nuova e vecchia generazione discutono animatamente sulla validità musicale dei loro artisti di riferimento.

Nell'ambito di queste discussioni, il nome di Vasco Rossi è a dir poco inflazionato: spesso i giovani lo utilizzano come esempio di artista provocatorio e senza peli sulla lingua, soprattutto quando la trap viene tacciata di pericolosità sociale: "Quando Vasco diceva questo andava bene, perché se le stesse cose le dicono i trapper è un problema?".

Invece gli ascoltatori con qualche anno in più - ma anche i giovani avulsi alla trap - lo utilizzano altrettanto spesso come esempio di artista "vero" da contrapporre alla presunta assenza di contenuti del suddetto genere musicale.

A quanto pare, però, secondo Vasco Rossi, Sfera Ebbasta e soci non andrebbero affatto demonizzati, anzi, il personaggio più iconico del rock italiano li considera interessanti.

Vasco Rossi sulla trap: 'Invece di condannare dovremmo cercare di capire'

Il rocker di Zocca lo ha dichiarato a chiare lettere nella seconda ed ultima parte di un'intervista concessa al magazine Robinson, inserto di "Repubblica" pubblicato con cadenza settimanale tutte le domeniche.

Vasco Rossi, interpellato relativamente alla polemica scaturita dai servizi di "Striscia la Notizia" che avevano avuto per protagonista, suo malgrado, Achille Lauro, accusato - ingiustamente, almeno secondo la stragrande maggioranza della carta stampata, televisione e critica musicale, sostanzialmente tutti i media coinvolti di riflesso nella faccenda, fatta eccezione per "Striscia" ed i suoi seguaci più accaniti - di aver portato al Festival di Sanremo un brano il cui significato nascosto sarebbe stato da intendere come una sorta di inno all'ecstasy.

Queste le parole di Vasco: "A me Achille Lauro è piaciuto, anche lui ha fatto la sua provocazione artistica. Anche quelli della trap, come Sfera Ebbasta, sono interessanti: ci puoi vedere il disagio giovanile di oggi. Inneggiano alla scarpa firmata, alla macchina grossa, ai soldi. L'idealismo di ieri è stato ucciso, non ci credono più.

Invece di condannare dovremmo cercare di comprenderne il significato".

Rap e derivati continuano a dominare le classifiche

Nel frattempo il Rap continua a dominare incontrastato il mercato discografico italiano. La classifica FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) parla chiaro: nell'attuale graduatoria settimanale dei dischi più venduti, ben 12 tra i primi 20 sono in qualche modo ricollegabili al rap ed ai vari sotto-generi, dal rap-pop alla trap, passando per il rap più classico. Piazzamenti ormai abituali da un paio di anni a questa parte.