Sua "maestà" il gatto lo si vede seduto e dritto sulle zampe anteriori avvolte dalla coda, in un'immobilità che precede lo scatto, il movimento, l'avvicinamento morbido e sinuoso al mondo. Proprio quest'onda felpata ha ispirato poeti e scrittori, cantori e musicisti che il grande Umberto Orsini ha raccolto in un recital intitolato "A proposito di gatti" andato in scena il 20 maggio al Teatro Vascello di Roma, fondato e diretto da Manuela Kustermann. "Un bel gatto: forte, dolce e vezzoso passeggia nel mio cervello, come a casa sua". Sono versi di Charles Baudelaire dai quali Orsini insieme a Paolo Di Paolo ha preso spunto per realizzare uno spettacolo che mette al centro uno degli animali più familiari e misteriosi, presente fin dall'antichità nell'immaginario umano fra mito e spiritualità.

Da Torquato Tasso ad Elliot, gatti fra le righe

Il recital ha divertito e commosso nel contrappunto attoriale di Orsini che ha sciorinato le tenere acrobazie verbali effuse in pagine d'amicizia fra l'uomo e i mici che iniziano, solo per ricordare alcuni esempi illustri, con Torquato Tasso. Il sonetto dedicato "Alle gatte dello spedale di Sant'Anna", composto nei sette anni un cui l'autore de "La Gerusalemme Liberata" fu rinchiuso nel nosocomio ferrarese, rivela un affetto sorprendente che paragona alle stelle per i marinai sul mare in tempesta, gli occhi dei gatti la cui luce è fonte d'ispirazione artistica. Penna agile e appassionata, quella di Thomas Stearns Elliot che nel 1939 pubblicò "Il libro dei gatti tuttofare" dal quale è stato tratto nel 1981 "Cats", uno dei musical più celebri al mondo.

Elliot sosteneva sinceramente che i gatti dovrebbero avere tre nomi: uno di uso quotidiano, l'altro più nobile ed adatto alla loro dignità e l'ultimo del tutto segreto da non rivelare a nessuno. Enigmatico ed elegante, dai gattini emana un'intima complicità e Barbara Holland pensava che "Uno scrittore senza un gatto è inconcepibile" e, d'altra parte, Mark Twain teneva gli amici felini sul tavolo da gioco del biliardo.

Notissime le ombre gotiche che impregnano "Il gatto nero" di Edgar Allan Poe, mentre insolite inquietudini si dilatano nel racconto "La città dei gatti" di Haruki Murakami. La scrittrice britannica Doris Lessing, vincitrice del Nobel per la Letteratura nel 2007, raccolse, invece, il suo primo gatto a Teheran all'età di soli tre anni.

Insomma la passione felina che imperversa oggi sui Social ha poderosi precedenti in un'amplissima letteratura che fissa la costante del rapporto "scrittore-gattofilo". Potremmo ricordare un "Big" del cantautorato italiano come Francesco Guccini che è l'autore di un libro intitolato "Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto", mentre nel 1971 al Festival di Berlino venivano premiati con l'Orso D'Argento come Miglior Attrice e Miglior Attore Simone Signoret e Jean Gabin protagonisti del film francese di Pierre Granier Deferre "Chat".