Sono 19 e arrivano da diversi Paesi del Mediterraneo i primi allievi della International School of Cultural Heritage, che si è inaugurata ieri a Palazzo Altemps, a Roma, alla presenza del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. Si tratta di archeologi, direttori di musei, funzionari e professionisti già attivi nel settore dei beni culturali nelle aree di provenienza, che vanno dalla Libia alla Turchia, dal Marocco all’Egitto, dal Libano all’Iraq, da Israele alla Palestina. Allievi che trascorreranno cinque mesi in Italia, per prendere parte a un fitto programma di studio che vedrà alternarsi attività in aula, come conferenze e workshop con esperti italiani e internazionali, a esperienze sul campo presso le principali istituzioni culturali del nostro Paese, pubbliche o private.
A completare il percorso formativo, nel mese di aprile 2020, un seminario finale alla presenza dei vertici delle istituzioni di provenienza degli allievi.
Un laboratorio sull’archeologia del Mediterraneo
Una sorta di laboratorio permanente di confronto e scambio, che per il primo anno accademico, dedicato all'archeologia, prende il titolo di Managing Mediterranean archaeological heritage: challenges and strategies. Ad ogni edizione il percorso formativo sarà dedicato ad un tema specifico e ai professionisti della cultura di una precisa area geografica, allo scopo di rafforzare all’estero il primato dell’Italia nel settore del patrimonio culturale. Con questo programma, che si affianca alla Scuola del Patrimonio rivolta agli allievi residenti in Italia, di durata biennale, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, guidata dal commissario straordinario Carla Di Francesco, si propone infatti di esportare in tutto il mondo la straordinaria esperienza italiana nella gestione dei beni culturali.
Esportare il know how italiano sul patrimonio culturale
Non a caso il progetto, finanziato interamente dalla Fondazione, è stato realizzato con il contributo del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, del Ministero per i Beni e delle attività culturali e per il turismo e dell’ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali).
“Da anni in Italia si sentiva l’esigenza di una scuola in grado di completare con un programma di alta specializzazione sulla gestione del patrimonio il percorso universitario di base” ha detto il ministro Franceschini. “Adesso occorre rafforzarla dandole i mezzi e le strutture necessarie, e trovandole una sede prestigiosa”.