Il romanzo di Porazzi, Il Lato Nascosto di La Corte editore, pubblicato nel 2019, è un libro consegnato al trascorrere delle indagini, frantumato in istantanee: brevi sezioni, ognuna di esse numerata, come se il vero ispettore sulla scena del crimine altri non fosse che lo stesso autore. Appunti, flashback, introspezione, quadri d’insieme.

Un efferato omicidio

C’è sempre un lato che sfugge. Ruotiamo intorno ad un oggetto, simulando una visione onnisciente. A ben vedere non facciamo che frantumarne la totalità, scomponendolo come in un quadro cubista o consegnandolo allo scorrere del tempo.

Anche la scientifica potrà fallire e i suoi risultati possono solo dirsi parziali. Come sempre, in ogni vicenda, si annida il lato nascosto delle cose.

La domanda del bambino: ovvero quale aspetto abbia la stanza che si è abbandonata è tutt’altro che ovvia e si insinua nella mente dell’adulto, troppo occupata per badarvi; a meno che, in quella stanza, non sia stato commesso un omicidio. Una giovane donna è stata uccisa e le piste da seguire si accrescono con il prosieguo delle indagini.

Credevano di poter chiudere il caso al primo nome di un uomo di potere, apparentemente irreprensibile, ma non poteva essere così, l'indagine avrebbe messo in luce ben altre situazioni terribili e impunite che rispecchiano la società corrotta e criminale.

Il lettore si assiepa, furtivo, alla ricerca dell’indizio decisivo, che Porazzi rivelerà solo sul finale. Che aspetto aveva la stanza prima d’essere abbandonata? Chi vi era entrato? Per quale motivo? L’autore sposta abilmente ogni pedina, come se sapesse già quale saranno la prima, la seconda, la terza mossa del lettore. Narratore onnisciente, malgrado tutto.

Eppure, mai la sua voce si impone sul trascorso, come sull’andamento delle indagini o sul vissuto dei protagonisti. Questi vivono di vita propria. Sono loro ad intessere la narrazione.

Un focus sulla mafia nigeriana, sulle logore case di provincia, in una delle quali abita Leonardo Malinverni, uscito di prigione in seguito all’accusa di aver perpetrato violenza ai danni di Sabrina Lupieri, la donna uccisa.

Un’intervista al potere. Le grigie stanze dei tribunali e, ancora, la necessità di volgersi indietro, alla casa abbandonata dove è stata rinvenuta la donna.

Troppe vittime

Come i bambini chiudiamo gli occhi, pronti a riaprirli per cogliere il mondo alla sprovvista. Nel nostro caso per cogliere alla sprovvista Porazzi, che ci ha magistralmente calati in un’avventura, nel mistero e nella suspence che la caratterizzano.

L’omicidio può dirsi risolto, ma noi rimaniamo con il fiato sospeso di chi ha intravisto la possibilità di intrecciare ancora trame. Troppi sono i casi ancora irrisolti in questo romanzo. Troppe, ancora, le vittime e gli uomini lasciati liberi di uccidere e sfregiare un equilibrio solo apparentemente ritrovato.