Roger Waters ha annunciato il suo nuovo tour negli Stati Uniti: This is not a Drill inizierà dalla prossima estate e toccherà alcune tra le città più importanti del paese, fino alla data conclusiva di Città del Messico del prossimo 7 ottobre. Anche stavolta l'artista rinnova il suo impegno contro il presidente statunitense Donald Trump, che sarà impegnato insieme al suo sfidante democratico nella corsa alle elezioni presidenziali del prossimo novembre.

Il nuovo tour di Roger Waters

Dopo Us + Them Tour, che ha attraverso quasi tutto il mondo tra il 2017 e il 2018, Roger Waters ha annunciato il suo nuovo tour This is not a Drill.

La data zero è prevista a Pittsburgh il prossimo 8 luglio e attraverserà le più importanti città degli Stati Uniti, fatta eccezione per la data di Montreal in Canada del prossimo 23 luglio e la data conclusiva di Città del Messico del 7 ottobre.

Da segnalare la doppia data di New York del 5 e 6 agosto e la doppia data del 10 e 11 settembre a Los Angeles. L'ultima data statunitense è a Dallas il 3 ottobre. Almeno per il momento non sono previste date in Europa. Ecco le date confermate finora:

  • 8 luglio Pittsburgh
  • 10 luglio Philadelphia
  • 14 luglio Detroit
  • 17 luglio Toronto
  • 21 luglio Quebec City
  • 23 luglio Montreal, Canada
  • 25 luglio Albany
  • 28 luglio Boston
  • 30 luglio Washington
  • 1 agosto Cincinnati
  • 5 agosto New York
  • 6 agosto New York
  • 11 agosto Raleigh
  • 13 agosto Orlando
  • 15 agosto Miami
  • 18 agosto, Nashville
  • 20 agosto, Atlanta
  • 22 agosto, Milwaukee
  • 25 agosto Minneapolis
  • 27 agosto Chicago
  • 29 agosto Kansas City
  • 2 settembre Denver
  • 4 settembre Las Vegas
  • 10 settembre Los Angeles
  • 11 settembre, Los Angeles
  • 14 settembre, Vancouver
  • 16 settembre, Edmonton
  • 19 settembre, Tacoma
  • 21 settembre, Portland
  • 23 settembre, Sacramento
  • 25 settembre, San Francisco
  • 30 settembre Salt Like City
  • 3 ottobre, Dallas
  • 7 ottobre, Città del Messico

'Gli Stati Uniti sono un inferno'

Secondo Roger Waters il tempo passa in modo ancora più veloce e l'uomo si avvicina verso l'estinzione.

"Dobbiamo cambiare il modo in cui ci pensiamo come razza umana o moriremo".

E sugli Stati Uniti non risparmia forte critiche: "Gli Stati Uniti d'America non sono il paradiso degli sciocchi: sono l'inferno". E il presidente Donald Trump è "un uomo che ha fallito in tutto nella sua vita", eccetto che diventare "il più grande tiranno, assassino di massa e distruttore di massa di tutto ciò che possiamo amare", solo per il fatto che ha il potere.

L'impegno politico di Roger Waters

L'impegno politico di Roger Waters è noto a tutti. L'ex Pink Floyd non si è mai nascosto ed ha sempre detto quello che pensa, senza paura di sfidare presidenti e capi di stato. Come nell'ultimo tour, quando ha lanciato messaggi di protesta contro il candidato alle elezioni presidenziali in Brasile Jair Bolsonaro, sempre accompagnati da slogan (e non solo) contro Donald Trump, Vladimir Putin, simboli della destra sovranista, e contro lo Stato d'Israele a difesa dei palestinesi.

Due giorni fa, in occasione della proiezione a New York, del docu-film Us + Them, tratto dal suo ultimo tour, Roger Waters ha detto che questo nuovo tour sarà ancora più impegnato politicamente rispetto al precedente.

E, visto che i cittadini degli Stati Uniti dovranno votare il nuovo inquilino della Casa Bianca nel mese di novembre, il tour attraverserà il paese proprio mentre i due candidati, Donald Trump da una parte e gli sfidanti democratici dell'altra, sono impegnati con le rispettive campagne elettorali.

L'esclusione di Roger Waters all'ultimo Festival di Sanremo

Forse proprio per le sue posizioni "scomode" in occasione dell'ultimo Festival di Sanremo, prima del monologo della giornalista e attivista palestinese Rula Jebreal, avrebbero dovuto mandare in onda un video contenente un messaggio di Roger Waters.

Il messaggio però non è stato mandato in onda, e pare sia stato tolto in scaletta al'ultimo.

Il direttore di Rai 1 Stefano Coletta, rispondendo alle domande dei cronisti in sala stampa, ha voluto smorzare le polemiche e ha sottolineato come il cambiamento sia stato fatto per motivi di spazio.