Valentina Nassano, in arte NeVe, ha rilasciato il suo nuovo singolo, La perfezione. La cantante genovese in questo brano ha affrontato una tematica alquanto impegnativa, ossia quella relativa alla ricerca da parte dell'uomo contemporaneo della perfezione a tutti i costi. Un argomento che andrebbe affrontato soprattutto con le nuove generazioni che, troppo spesso influenzate dagli stereotipi, rischiano poi di ricadere in atteggiamenti e fenomeni deplorevoli quali bullismo o depressione. Dunque i giovani andrebbero sensibilizzati sul tema.

Con il suo nuovo pezzo, dunque, NeVe vuole lanciare un messaggio affinché tutti imparino ad accettarsi per come si è realmente, ricominciando a dare importanza all'essere, piuttosto che all'apparire.

Inoltre l'artista vuole diffondere un invito a mostrarsi anche con le proprie "imperfezioni", con i piccoli difetti, perché sono questi poi i tratti caratteristici di ognuno di noi.

L'idea del brano è nata nel periodo in cui Valentina ha lavorato come educatrice presso una comunità minorile, un'esperienza che per lei è stata molto importante soprattutto sotto il profilo umano. Successivamente è stato Raffaele Viscuso a concretizzare il progetto della cantante ligure, scrivendo testo e Musica e occupandosi anche della produzione artistica de La perfezione.

NeVe ha rilasciato un'intervista esclusiva a Blasting News, nella quale ha spiegato il significato del suo singolo e si è anche raccontata come artista e come donna.

Intervista a NeVe: 'È accogliendo il nostro essere che riusciremo a vivere felici'

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con il tuo nuovo singolo La perfezione?

Vorrei che La perfezione arrivasse a tutti come un grido di accettazione e libertà. È accogliendo il nostro essere che riusciremo a vivere felici e liberi. Scappiamo da tutti gli stereotipi che ci circondano, impariamo a convivere con le nostre imperfezioni, proviamo ad essere semplicemente noi stessi.

Cos'hai pensato appena l'hai sentito per la prima volta?

Che bomba! Mi sono emozionata e non volevo crederci: la mia idea aveva preso forma. L'ho sentita mia dal primo ascolto.

Come ti sei trovata a collaborare con Raffaele Viscuso?

Molto bene, ed è solo l'inizio. È una persona che ascolta tanto ed è subito stato in grado di capirmi.

Mi piace come scrive e il suo modo di lavorare. Con lui mi sento a mio agio e penso che insieme potremo fare grandi cose.

Cosa pensi dei social?

Penso abbiano la loro utilità, in particolare in ambito musicale per farsi conoscere. Credo che però molte persone tendano ad abusarne. Sono belli e utili se usati con senso e parsimonia.

Pensi che possano portare all'isolamento, al ritiro sociale?

Assolutamente sì. Ci sono molte persone, in particolar modo adolescenti, che si rinchiudono nel mondo virtuale. Tale strategia equivale al voluto allontanamento dalla vita reale. Voluto perché non si sentono a loro agio, provano vergogna, senso di disorientamento, sentono di non avere gli strumenti adatti per fronteggiare il mondo che li circonda e così si rinchiudono e vivono di social, di internet, di giochi online.

È un fenomeno sempre più diffuso e non è cosa da poco. Ad entrare in questo circolo vizioso ci vuole un attimo, al contrario, per uscirne, diventa davvero dura.

Qual è il luogo dove ti senti al sicuro e protetta?

La mia stanza. È il mio angolo, il mio rifugio. Fin da piccola sono sempre stata legata a questo luogo e adesso, seppur cresciuta, mi ci riconosco ancora tanto. Per me non è solamente il luogo dove dormo. La mia stanza parla di me, c'è la mia vita al suo interno e penso che possa essere il posto più rappresentativo di ognuno di noi.

Come hai vissuto il periodo di reclusione durante la pandemia?

Diciamo che sono stata molto fortunata. Ho vissuto questo periodo assieme al mio ragazzo che, appena scattata la quarantena, si trovava già qui da me.

Se così non fosse stato, sicuramente l'avrei vissuta molto male. È stato importantissimo per me averlo vicino e con lui la mia famiglia. Inoltre, lavorando, svagavo la mente e mi tenevo occupata. La musica ha sempre accompagnato tutto ciò: ho scritto, cantato, suonato... mi rilassava e mi faceva per un attimo evadere da ciò che stava accadendo nel mondo.

Su cosa ti ha fatto riflettere?

Sulle cose veramente importanti della vita: la salute, la famiglia, la condivisione, l'amore. È questo ciò che conta. Le cose futili, dalle quali spesso e volentieri ci facciamo prendere, non sono nulla in confronto. Se manca questo, manca tutto.